ESERCITAZIONI
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LA REGINA DELLE NEVI Ipotesi sulle origini del male (parte prima)
È una fiaba che, sotto l'aspetto gradevolmente delicato e decisamente sentimentale, nasconde una struttura da ‘poema epico’.
Quello che studiosi come Campbell descriverebbero come VIAGGIO DELL'EROE sembra qui assumere una sorta di travestimento poetico: le vicissitudini della piccola Gerda catturano i sentimenti; il suo amore per Kay regge la struttura della trama in modo appassionante; le numerose avventure si traducono in tappe che sembrano portare il lettore in dilatazioni della storia che diventano a loro volta storie…
Sotto forma di graziosi racconti sono invece TAPPE IMPORTANTI del VIAGGIO EROICO!
“L'eroe dai mille volti” in questa fiaba ha il volto inusuale di una bambina, Gerda è davvero un' EROINA.
La storia inizia raccontando un evento talmente forte che, al di là del tono scherzoso, si rivela un prodromo esplicativo degli eventi assumendo toni da evento cosmico: uno SPECCHIO malvagio che origina DEVIAZIONI DAL BELLO E BUONO, quasi un ‘mito’, forse inventato ma assolutamente verosimile nelle cause che lo producono e negli effetti che procura, profondamente simbolico del problema più pericoloso e doloroso nella nostra vita: la presenza del MALE.
Lo SPECCHIO demoniaco che comincia scherzando ma cresce nel perverso atteggiamento di cinica derisione di tutto e di tutti assomiglia terribilmente alla NOSTRA MENTE! Una mente chiara permette che l’immagine arrivi così com'è , senza giudicare; ma la nostra intelligenza è un dono meraviglioso, capace di sperimentare in vari campi; uno di essi è molto pericoloso: la CRITICA.
Saper criticare non sempre è negativo, a volte è giusto discernimento, ma se lo si associa ad un senso di superiorità diventa arroganza e superbia… e porta a DISSOCIARSI AFFETTIVAMENTE dagli altri, vedendo solo il negativo e, impedendo la visione del Bene, si arriva persino a DISSACRARE le altezze.
Nel mito creato da Andersen si vede un crescendo : dal diavolo il male si propaga ai suoi adepti fino a far prendere corpo allo specchio stesso che quasi diventa un' ENTITÀ e, in un afflato di riso, scoppia, diffondendo il male ancor più, quasi riproducendo se stesso in infiniti pezzi che vagano per il mondo aspettando di posarsi sulle finestre, sugli occhiali, sugli occhi di qualcuno…
Per un occhio ‘infettato’ da questi frammenti la vita assume tonalità fredde, aride, scure, e la persona ha la sensazione di vivere in una REALTÀ PARALLELA in cui non esistono gioia, amicizia, senso del sacro.
Interessante la gradualità di questa infezione: non arriva a tutti, forse solo ai predisposti, dipendendo dalla ‘capienza’ di ognuno a volte si ferma negli occhi, magari non in modo definitivo ma, se lo si lascia operare, magari traendone una certa soddisfazione, può succedere che arrivi al cuore e, pian piano, lo congeli.
Il cuore di Kay arriva a ghiacciarsi. Come è potuto accadere?
Dal piccolo paradiso in cui viveva, tra rose e piante aromatiche, giocando con Gerda d'estate e ascoltando le fiabe della nonna d’inverno, si lascia via via trasportare da questa nuova ENTITÀ: la REGINA.
Lei, bellissima e altera, algida dama del freddo intelletto, governa gli irrigidimenti del cuore, gli sguardi superbi, il CULTO della RAZIONALITÀ, dello SCIENTISMO, della PRESUNZIONE DELL'INTELLETTO…tra tutti i fiocchi di neve, tra tutti i pezzi di ghiaccio, tra tutti i FRAMMENTI DELLO SPECCHIO lei volteggia e cattura. Cattura il piccolo Kay? O lui si lascia catturare?
A ben vedere il bimbo non ha saputo resistere: inizialmente lo ha fatto per curiosità, guardandola dalla finestra ma poi si è fatto conquistare dalla SUPREMAZIA DELLA TESTA SUL CUORE.
Possiamo immaginare che fosse in quella fase della vita che tutti abbiamo passato in cui si sta crescendo e il bisogno di non essere più piccoli può farci sbagliare nel valutare cosa sia comportarsi ‘da grandi’. Dare importanza alle conquiste intellettuali, al bisogno di cambiamento, alla necessità di trovarsi un ruolo, un'identità, può portare a scelte sbagliate, soprattutto se la MENTE con va di pari passo con il CUORE.
Possibile che si arrivi a non amare più le persone care? A vedere la bellezza solo nella geometria e non nei fiori?
Cerchiamo di immaginare Gerda e Kay come un INTERO, come due parti complementari di NOI STESSI: noi siamo lui in certi momenti e lei in altri.
Potremmo paragonarli al nostro FEMMINILE e MASCHILE interiore, come ci insegna la psicologia, ma anche, cosa che accade spesso nel simbolismo iniziatico delle fiabe di magia, all’ANIMA e allo SPIRITO, non ancora nella loro piena espressione ma nelle fasi del loro percorso evolutivo; infatti solo nel finale del racconto, dopo difficili prove, diventando ADULTI, reintegrano l' ‘androgine primordiale’, divengono simbolo della coppia sacra, dell' UNITÀ.
Nel momento in cui il piccolo Kay viene rapito assistiamo ad una forma di adattamento al gelo: il bacio della Regina gli fa CAMBIARE STATO!
Dopo una notte in viaggio con lei, addirittura cercando la sua approvazione, citando ipotesi matematiche, esce dalla sua vita e dai suoi ricordi ed entra in uno STATO DI COSCIENZA alternativo.
Potremmo dire che le sue vibrazioni vitali si abbassano a tal punto che perde colore e calore; viene drasticamente prelevato dal suo VEICOLO, lo slittino, e trasferito su un mezzo che non gli appartiene e che non governa ma lo conduce ad uno stato di SONNO: dopo quella nottata “DORMIVA AI SUOI PIEDI”
Nel corso della nostra vita possiamo avere alti e bassi: ci avviene di perderci in distrazioni, o di addormentarci, perdere il nostro stato di coscienza vigile, dimenticare le cose che davvero ci fanno bene…se in quei momenti abbiamo momenti di ‘lucidità’ che ci fanno ‘tornare in noi’ è perché quella PARTE SACRA in noi, quella SCINTILLA DIVINA, ci segue sempre e cerca di risvegliare in noi quella MEMORIA, antica come nostra eredità acquisita, ma nuova come possibilità di farla fruttificare…quel RICORDO DI ME che solo potrà salvarmi dal rapimento della Regina dei ghiacci.
Nella fiaba tutto questo è rappresentato da Gerda.
LA REGINA DELLE NEVI I luoghi incantati della dimenticanza (parte seconda)
La piccola Gerda ha il vasto mondo davanti a sé , non sa dove sia Kay, né quale direzione prendere ma ha la ferma decisione di ritrovarlo e, senza ascoltare chi le suggerisce di credere che sia morto, decide di ascoltare quelle voci che pochi sanno comprendere: il sole, le rondini…
Gerda è collegata con il mondo naturale.
Parla con il fiume e, come fosse un'antica divinità, gli offre in SACRIFICIO le sue SCARPETTE ROSSE, a cui tiene molto!
Ha deciso di iniziare il viaggio a PIEDI NUDI, come il viandante che intraprende una VIA SACRA.
Quel tipo di scarpe all’epoca aveva un significato importante: rappresentava il ballo, l'eleganza; privarsene è per lei il segno di dimostrare al FIUME che rinuncia agli ATTACCAMENTI materiali in nome di qualcosa di più alto: ritrovarsi nell’altra parte di sé.
È insistente nel chiedere che venga accettato questo dono rituale che inizialmente sembra che le forze naturali stiano rifiutando! Possiamo capire quanto davvero abbia deciso di rinunciare alle frivolezze.
Sospinta dalla corrente la barca su cui è salita fluisce veloce, autonomamente. Lei ha paura, piange. La consolano gli uccellini. Poi si calma vedendo la bellezza delle sponde e sperando che il fiume la stia portando da Kay.
Forse sì ma quello è solo l’inizio di un lungo viaggio, pieno di prove.
Possiamo ritrovarci nelle tappe che Gerda incontrerà; vi possiamo riconoscere gli alti e bassi della nostra vita, a volte duri e severi, nonostante il nostro pensiero di essere nel giusto, di lavorare per la nostra missione di vita; a volte incoraggianti, come se fossimo invitati a proseguire nel sentiero della nostra INDIVIDUAZIONE.
Il pericolo più grande per l’EROE in VIAGGIO è trovare un posto comodo, una modalità confortevole di vita che, lì per lì, può apparire come un premio per il CORAGGIO dimostrato, per la PAURA superata.
Una giusta ricompensa sembra attendere Gerda: un giardino pieno di ciliegi, una casetta dai colori vivaci, una vecchia signora che la ospita, le offre da mangiare e dormire e la rassicura sul fatto che Kay arriverà. Lei le crede e si lascia andare all’attraente situazione: gioca felice per giorni e parla con i fiori. È un giardino incantato.
E il fiume accoglie il sacrificio rituale ma ad un prezzo: che lei si lasci andare alla sua corrente.
Le onde sospingono la barchetta, non può controllarla… Il viaggio ha inizio.
La donna è una MAGA che vuole tenere per sé la bimba; ha un PETTINE speciale che pian piano le CANCELLA I RICORDI.Quel luogo ameno ha il potere di FERMARE IL TEMPO.
Si trovano perennemente nella bella stagione. Fuori le stagioni scorrono, lì no.
Gerda entra senza accorgersene nel limbo della DIMENTICANZA.
Quante volte ci si ferma, accontentandosi dei risultati ottenuti?
Non sempre però la permanenza in uno stato di blocco è da attribuire alla pigrizia: a volte cadere sotto il potere di qualcuno che vuole ‘possederci’ è causato da uno stato di necessità (evolutiva? fisiologica? karmica?) la cui comprensione può restare inaccessibile per lungo tempo.
A volte queste pause in PRIGIONI DORATE sono necessarie.
Il riferimento ad una delle più importanti avventure di Odisseo, sicuramente la più lunga temporalmente, avviene facilmente: Calipso tentò di possedere e fermare l’eroe omerico così come la Maga decide di tenere per sempre con sé la bella bambina
Gli eventi bloccanti capitati a Gerda, ad Odisseo, a noi (!)… fungono a volte da ‘romitaggio’ di preparazione, un ritiro in cui riflettere sui veri valori dell’esistere.
Al posto dei nostri eroi forse molti sarebbero rimasti (o rimangono) volentieri in quel limbo senza problemi, distanti dall’andare e venire dei fatti della vita.
La ninfa, la maga (o chi per loro) facendo uscire dal tempo gli oggetti del loro attaccamento, stanno negando loro di proseguire il VIAGGIO, di cui fanno parte importante le esperienze di vita-morte, ombra-luce, gioia-dolore: stanno impedendo loro di compiere la missione per cui si viene all’esistenza.
Calypso, nonostante le mille lusinghe non riesce a far dimenticare Itaca ad Odisseo, la sua memoria è ormai strutturata per il lungo percorso già compiuto; grazie al pianto profondo l'eroe verrà aiutato dagli dei. Solo, su una zattera, riprenderà il viaggio.
La nostra eroina è all’inizio del viaggio, è ancora ingenua e si fida. Un giorno, non sappiamo quando, si accorge che tra i fiori dipinti sul cappello della maga c'è una ROSA, il fiore che più amava insieme al suo Kay e le cui piante sono state magicamente fatte sparire dal giardino…le torna alla mente il balconcino di casa, Kay, il desiderio di ritrovarlo!
Anche se si è ‘addormentati’, una GOCCIA di MEMORIA, depositata nel nostro essere, resta presente…
A volte un profumo, una musica, una parola, come per magia vanno a toccare quella goccia, quel punto sensibile, quel piccolo ma potente COLLEGAMENTO con l'ANIMA.
Gerda capisce, esce dal giardino incantato e scopre che il tempo ha continuato a scorrere. Fuori è autunno inoltrato, non ci sono fiori ma foglie secche e un gran vento gelido…
L’amore per lo scopo del suo viaggio però le dà la forza. E prosegue.
LA REGINA DELLE NEVI Riflessioni sulla fiaba di Andersen (parte terza)
Cammina nel freddo la piccola Gerda, sta arrivando l'inverno, i suoi piedini di nuovo nudi solcano la neve e lei soffre la fame ma non smette di chiedere dove sia Kay; incontra una cornacchia e glielo domanda.
Nel giardino dove era prima ha imparato ad ascoltare i discorsi dei fiori, a vivere nelle loro immaginazioni; in questa tappa del viaggio si accorge di poter parlare e capire il linguaggio degli uccelli.
Si trova in un regno sconosciuto la cui principessa, molto esigente, ha dovuto cercare a lungo un compagno degno di lei.
Travisando sull'identità del principe consorte, credendo sia Kay, guidata dalle cornacchie, si inoltra nottetempo nel meraviglioso palazzo con lo scopo di entrare nella camera nuziale di questa COPPIA REGALE …
“ Il soffitto là dentro somigliava a una grossa palma con foglie di vetro, di un vetro prezioso, e in mezzo al pavimento erano appesi a un grosso stelo d'oro due letti, che sembravano gigli; uno era bianco e vi si trovava la principessa; l'altro era rosso, ed era quello dove Gerda doveva cercare il piccolo Kay.”
Non è lui! È invece una VISIONE SIMBOLICA questa che le appare: il MASCHILE e il FEMMINILE SACRO, nel cuore di due fiori dai colori alchemici di ALBEDO E RUBEDO , il bianco e il rosso, contemporaneamente evocativi anche dei due sessi; sono in cima a due alti steli, protetti dalle foglie di un invisibile ma presente albero centrale… (Sushumna, Ida e Pingala?)
In Gerda si stanno sempre più sviluppando i SENSI SOTTILI e le sue avventure sono sempre più ‘fiabesche’. Riesce persino a vedere i SOGNI: forme in movimento volte ad attraversare le menti dei dormienti, che però si svegliano, sorpresi nel vederla. Lei si scusa e con il suo pianto, con il racconto delle sue vicissitudini dimostra la sua forza nella ricerca. Riesce a giustificare la sua ‘intrusione’ nella camera dei Reali. Si trova in un LUOGO MISTERIOSO, particolarmente FATATO, dove, solo per aver raccontato la sua storia, viene ritenuta degna di AIUTI di ogni tipo.
Continuando il paragone con l' ODISSEA le similitudini vengono spontanee: Odisseo giunge nudo e naufrago nell'isola dei FEACI;
La terra dei Feaci è un luogo incantato, in cui le leggi della fisica obbediscono agli ordini del cuore.
Le navi non hanno nocchiero, la gente è ospitale e gentile.
A pochi è dato raggiungerla, nessuno sa dove sia, la si incontra solo quando è necessario.
Incontra Nausicaa ed è lei a condurlo alla COPPIA REALE.
Il lungo racconto delle sue travagliate avventure incanta Alcinoo ed Arete che lo riforniscono di una NAVE riempita di ogni bene, alimenti e doni preziosi. Lo avrebbero volentieri accolto tra di loro come genero ma lui deve andare, il ‘nostos’, il ritorno, è il suo scopo.
Anche per Gerda lo è. Come vedremo il punto d'arrivo non è solo trovare Kay, ma riportarlo a CASA.
In questo regno che così somiglia a Schèria, isola quasi irreale, magicamente anche Gerda viene aiutata:
“Come sono buoni gli uomini e gli animali” dice.
Anche lei ha la sua Nausicaa, (la cornacchia); anche lei fa il suo racconto, anche lei riceve doni a profusione, l’offerta di poter restare e, infine…
“una carrozza nuova di oro puro con lo stemma del principe e della principessa lucente come una stella; il postiglione, i servitori, e i valletti a cavallo”
Anche la nave su cui viaggiava Odisseo aveva provetti rematori al seguito che però dopo averlo accompagnato, nel viaggio di ritorno vennero annientato dalla furia ostile di Poseidone!
Anche i servitori cui la principessa aveva affidato Gerda vengono assaliti e uccisi dai briganti che si impossessato della carrozza d'oro e del resto delle ricchezze.
LA REGINA DELLE NEVI A piedi nudi, sempre più a nord: la porta stretta e il sacro fuoco (Parte quarta)
La piccola Gerda viene catturata dai briganti ma, grazie alla pericolosa ma giocosa figlia del capo, ha salva la vita e instaura con lei un rapporto speciale, fatto di paura e sorprese che però poi diventa di amicizia.
La figlia del brigante ha grande familiarità con gli animali che però tiene prigionieri, vittime della sua prepotenza e della sua mancanza di delicatezza, costringendoli ai suoi capricci, impauriti, come Gerda, dal coltellaccio che lei tiene sempre in mano.
Volendo continuare il paragone con le avventure di Odisseo potremmo definire questa ragazzina una novella Circe, regina del mondo animale, capace di durezze ma anche di improvvise aperture del cuore.
Come la mitica maga tratta l'ospite con simpatia e con un certo riguardo, giungendo addirittura, come lei, ad aiutarla nel proseguimento del viaggio, con indicazioni del luogo dove recarsi e generosità. Sappiamo che Odisseo visiterà l'Averno; lì avrà le indicazioni per realizzare il futuro che lo attende.
Anche la piccola Gerda dovrà visitare luoghi speciali che sì esistono sulla carta geografica, ma sono abitate da personaggi misteriosi e nella fiaba hanno connotati speciali, fuori del comune.
Gerda cavalca una renna parlante, un animale docile e buono, che conosce Lapponia e Finlandia perché era lassù la sua terra prima di essere catturata e tenuta prigioniera dalla brigantessa.
Così assistiamo ad un viaggio che, nel candore della neve, fa da sfondo alla ritrovata libertà dell'animale e della bambina. Incontreranno due personaggi , due donne che abitano in case fuori del comune, due COSTRUZIONI ALTAMENTE SIMBOLICHE:
- In Lapponia la prima donna vive in una casa con la PORTA STRETTA, talmente piccola che per entrare bisognava sdraiarsi;
- In Finlandia la seconda donna ha una casa addirittura senza porte, formata unicamente da un CAMINO CON CANNA FUMARIA
Nella prima riceve indicazioni per arrivare alla seconda. La donna finlandese ha le caratteristiche di un'INIZIATA, o di una divinità, se vogliamo conservare il paragone con il mito: una sorta di DEA DEI VENTI, un EOLO del nord!
"Tu sei così intelligente" disse la renna. "So che sei in grado di legare tutti i venti del mondo con un filo da cucire; quando il navigatore scioglie un nodo, riceve un buon vento, se ne scioglie un altro, allora il vento si fa più forte; se poi scioglie anche il terzo e il quarto, allora c'è tempesta e i boschi vengono sradicati.
Non vuoi dare a questa bambina una bevanda in modo che abbia la forza di dodici uomini e possa vincere la regina della neve?"
La donna sa esattamente cosa è successo a Kay e dove si trova.
Aiuta con dei consigli su come arrivare ma afferma di non poter aggiungere forza a Gerda:
"Io non posso darle una forza più grande di quella che già ha! Non vedi quanto è grande?
Non vedi come gli uomini e gli animali la servono, e quanto ha camminato nel mondo con le sue sole gambe?
Non deve avere da noi il potere: il potere si trova nel suo cuore perché è una fanciulla dolce e innocente”
Dentro quel camino faceva così caldo che la bimba si è spogliata quasi del tutto…
Parte in fretta cavalcando la renna, dimenticando di rivestirsi. Va verso il suo Kay, di nuovo a PIEDI NUDI, un po' come all'inizio del suo viaggio…
ESERCITAZIONI per il laboratorio su LA REGINA DELLE NEVI
- Torno con la memoria alle amicizie che avevo durante l'infanzia e l'adolescenza. Avevo un amico/a del cuore? Provo a raccontare i sentimenti che provavo per questa persona.
Nell'età adulta qualcosa è cambiato? Ho nuovi amici? Quali interessi mi legavano in passato ai miei amici e mi legano ora a quelli che ho?
- Divido una pagina a metà: su di un lato elenco, disegnandole con brevi tratti, o semplicemente scrivendo la parola, le cose, situazioni e persone che mi scaldano il cuore ; sull'altro lato tutto ciò che mi fa sentire intelligente. Poi scrivo quanto ho bisogno dell'una e dell'altra tipologia di gratificazioni.
- Disegno un cristallo di neve e, all'interno o attorno, scrivo quali sono i momenti, o le situazioni, in cui mi 'dimentico di me'.
Chi vuole può dipingere un cristallo con colori freddi e poi annotare su un foglio le stesse osservazioni.
Su un altro foglio, con colori caldi, disegno una rosa o un fuoco e racconto brevemente momenti che hanno somigliato ad un 'risveglio