RAPUNZEL (Un po' mito della creazione, un po' parabola di vita di noi ‘cercatori’ del Graal, a volte ciechi come il principe, a volte persi nel deserto come la protagonista, ma attenti ad ascoltare il risuonare di una memoria antica che fa svegliare il ricordo di Sé)
La fiaba inizia con un’attesa speciale: una coppia, che immaginiamo da tempo stabile e amorevole, ha a lungo sognato di avere figli e finalmente il miracolo avviene: una gravidanza tardiva sta per dare al mondo un erede prezioso!
In molti racconti le nascite a lungo attese sono indicative dell'arrivo di qualcuno molto importante; nella tradizione ricordiamo tra gli altri Isacco, Giuseppe e, al femminile, la stessa Maria di Nazareth, con la quale la protagonista di questa fiaba ha anche altre cose in comune: Maria fu consacrata al Tempio all’età di tre anni , fu visitata da un Angelo all'insaputa di tutti, per proteggere il figlio fu costretta a stare a lungo in un luogo lontano e, spunto interessante, uno degli epiteti con cui ancora la lodiamo è Torre d'Avorio (Turris Eburnea).
Rapunzel sarà allevata lontana dai genitori, vivrà a lungo in una torre, diventerà madre in maniera speciale, subirà un esilio.
Queste similitudini non vogliono certo banalizzare la storia sacra, mirano invece a SACRALIZZARE le fiabe : se spunti così simbolici hanno attraversato i secoli nei racconti popolari è segno che vibrano potentemente nell’inconscio collettivo.
Chi sono i componenti di questa 1^ coppia che compare in azione ? Un padre e una madre, dei genitori. Ne vedremo altre due: Rapunzel e il principe (2^coppia) che a loro volta genereranno la 3^ coppia: i gemelli che nasceranno nel deserto, un maschio e una femmina, anch'essi quindi perfetta simbolizzazione dell'Uno.
Abbiamo delle UNITÀ che si replicano nel tempo evolvendosi, ogni volta subendo prove, aggiungendo esperienze, proseguendo il cammino per esplorare dimensioni sempre diverse e successivamente via via più densificate.
Proviamo a interpretare questa fiaba come se fosse (e lo sembra proprio) un MITO DELLA CREAZIONE: un PADRE e una MADRE che vivono in uno spazio/tempo lontano sentono il bisogno di creare un evento nuovo, avere un erede che possa proseguire il VIAGGIO EVOLUTIVO. Abitano in una dimensione che, aldilà dall'aspetto umile che offre la fiaba, non è di povertà ma di vibrazione sottile; si trovano al di sopra di un'altra realtà, un po' più densa, al di sotto.
Guardano giù da una finestrina (c'è sempre una comunicazione tra i mondi) e da lì possono ammirare un GIARDINO MERAVIGLIOSO: è inaccessibile, circondato da un alto muro ma è ricco proprio di quella sostanza che servirebbe alla madre per dare corpo alla nuova CREAZIONE che è in procinto di partorire.
Dovrà nutrirsi di un frutto della terra proibito! Come mai in questi giardini bellissimi avviene sempre che si compia qualcosa che sembra contravvenire le regole? Come non pensare al giardino delle Esperidi, alla rosa della Bestia, ma soprattutto al PARADISO TERRESTRE e al desiderio fortissimo che invade Eva e la spinge a nutrirsi di quel frutto, coinvolgendo anche Adamo?
Anche la madre di questa coppia si sente fortemente attratta da un certo cibo che lei, che abita in una dimensione superiore, lassù non ha; come Eva anche lei coinvolge il marito a compiere un'operazione pericolosa, che infrange le regole!
DEVE insistere: noi possiamo pensare che abbia bisogno di quella sostanza per formare il corpicino della sua creatura. Probabilmente per esplorare nuovi mondi fu necessario fu necessario attuare un processo di densificazione.
La loro MISSIONE è generare una nuova CREAZIONE osando percorrere nuove strade. Il marito, per amore, scende nel luogo pericoloso e realizza il furto. L’insalata nutriente deve essere mangiata più volte e alla fine l'uomo viene scoperto e ‘punito’ dalla maga: in cambio di quel nutrimento dovrà consegnare a lei la creatura che nascerà.
Sembra drammatico che la piccola debba essere ceduta e affidata alla MAGA ma il NUOVO PIANO ESISTENZIALE della bambina prevede che debba vivere con questa VICE-MADRE: lei non è certo la vera, ma è comunque utile per il suo percorso; è dotata di grandi poteri e si occuperà di lei con cura, la nutrirà bene, con le ricchezze del suo giardino. Rapunzel diventerà bellissima . Non si può certo dire che questa misteriosa signora non tenga a lei, il fatto è che la vorrebbe sua proprietà . Le ha dato molto ma vuole qualcosa in cambio. Le verrà concesso? O la fanciulla potrà emanciparsi?
Terminato il tempo necessario a svilupparsi la giovane deve cambiare ‘residenza': andrà ad abitare in un inter-regno, un luogo intermedio tra le energie superiori e le inferiori. Un luogo in cui la maga non potrà davvero governarla come vorrebbe perché, come vedremo, il BOSCO è su un piano accessibile agli umani, anche se chi osa frequentarlo è cosciente delle difficoltà.
Nelle fiabe è lampante il simbolismo del bosco: l'EROE si reca nella foresta quando deve affrontare una prova, percepire un messaggio interiore, prendere contatto con la parte sacra di sé , per portare avanti la propria evoluzione.
La sistemazione della fanciulla dovrà essere non più nel giardino recintato ma in una zona dall’energia più densa , un luogo ‘borderline’ fra le percezioni grossolane e quelle sottili, il luogo ritenuto iniziatico per eccellenza, il BOSCO appunto.
In questa fiaba l'EROE è l' IO UMANO, nella veste del principe. Gli è data la possibilità di conquistare ciò che lo completerà. L’Unione con la sua ANIMA.
Se si è recato nel bosco è un eroe alla ricerca, forse ancora non lo sa ma ha bisogno di una preziosità che lo completi, che gli faccia ereditare, in quanto figlio di Re, il REGNO a lui promesso.
Sente di aver bisogno di un collegamento con l’Assoluto?
Rapunzel rappresenta molto bene questo collegamento tra CIELO e TERRA, sia perché abiterà in una TORRE , simbolo potente della correlazione tra l’alto e il basso, sia per lo strumento splendidamente luminoso ma anche robusto dei suoi lunghi capelli d'oro, quasi emanazione solare.
I capelli possono essere paragonati all'essenza del proprio intimo ed hanno una doppia dimensione, sono emanazioni dell'interiorità ma prendono corpo nel mondo materiale, sono quella parte di noi che cresce sulla testa come i vegetali sul pianeta ma poi resta nella sua forma, si mineralizza e contiene al suo interno il nostro dna ma anche tutti i ricordi di quanto vissuto momento per momento.
Ma nella fiaba quei capelli sono un'importante possibilità: offrono a chi sta SOTTO, la scala per salire SOPRA.
Vediamo che il personaggio negativo di questa storia anela alle altezze ma già si comprende che non le spettano: può visitare la ragazza, ma solo di giorno, poi deve scendere. La notte, il momento magico in cui avvengono le trasformazioni, sarà di qualcun altro.
La torre dove Rapunzel risiede non ha porte. Anche qui però c'è una finestrina: di nuovo vediamo che tra i piani di coscienza c'è un collegamento, ma il passaggio è davvero stretto, come la porta di evangelica memoria. Qualche collegamento con il FUORI DELLA TORRE però c'è: i capelli di Rapunzel e il suo CANTO.
Il suo cantare è gioioso e costante, non sentiamo la tristezza della sua prigionia, lei è docile e gentile, serena. Costantemente fa vibrare la sua incantevole voce, come un messaggio lanciato alla vita e a chi saprà apprezzarlo.
Il figlio di Re resta sedotto da quella voce; possiamo pensare che la RICONOSCA!
Con pazienza si reca quotidianamente ad ascoltare quel canto, non può più vivere senza quella parte di sé che Rapunzel rappresenta: la sua ANIMA!
Finalmente la sua costanza viene premiata e gli capita di assistere all’inusuale metodo che la maga adotta per salire; si accorge delle PAROLE che deve usare perché la treccia di Rapunzel scenda, sale, la sorprende inizialmente, ma poi la incanta con il suo PARLARE e inizia la serie di notti d'amore con l'amata. Lei cantava, lui parla, la comunicazione è in atto e progettano una ‘discesa'.
La sincerità di Rapunzel però crea L’EVENTO DRAMMATICO.
È terminato il periodo di conoscenza reciproca; il legame è instaurato. Quello che il destino prevedeva per l' IO UMANO e cioè la COSCIENZA DELLA PROPRIA ANIMA ha raggiunto il punto più alto che si potesse immaginare: PRECIPITARE DALLA TORRE sarà il prossimo passo.
Una serie di prove e un lungo tempo di SEPARAZIONE lì attendono, la CECITÀ per lui, la perdita del celeste collegamento cui giungevano i suoi capelli per lei simbolizzano il taglio di un cordone ombelicale.
Sono usciti dalla fiaba è sono entrati nella vita, quella materiale, densa, problematica…
Ora davvero sono usciti dall'EDEN.
Ora davvero rappresentano la parabola di tutta l’UMANITÀ!
Questa fiaba è la storia di molti di noi, di tutti coloro che hanno sentito il canto dell'Anima, che magari lo hanno assaporato per qualche momento, il tempo di capire che non si può vivere lontani da quell'amore, e poi continuano a sopravvivere cercando quella gioia, quel bene perduto che vive nella loro MEMORIA. Cerchiamo un po' annaspando, come ciechi, nutrendoci di ciò che capita, come lui, o osservando l’aridità di lande desolate, vivendo di stenti, come lei.
Il tempo che intercorre prima del meraviglioso, reciproco ritrovamento può durare infinitamente a lungo, è così fu per loro. Possiamo immaginare che il BOSCO in cui vagava lui fosse vicinissimo al DESERTO in cui era lei ma, essendo cieco errava a vuoto e si lamentava continuamente.
Come avvenne il ritrovarsi? Di nuovo fu la voce di lei che compì il miracolo, e lo guidò.
La capacità di ASCOLTO lo salvò.
Trovando lei la cecità scompare: lacrime d'amore gli aprono gli occhi. Aveva anche due figli e non lo sapeva.
Chissà anche noi quanto siamo ricchi. Chissà quanto ci è vicina l' ANIMA COSCIENTE…
Ringraziamo le FIABE che vogliono insegnarcelo.
ESERCITAZIONI PER RAPUNZEL
- Su un foglio messo in verticale disegna i vari piani della tua TORRE DIFENSIVA - In che modo ti proteggi dal dolore, dalle brutte figure, dalle paure ecc.?
Colora i veri piani in modo diverso, simbolico, e scrivi se vuoi all'interno del disegno o a parte, sul DIARIO.
- Crea un dialogo con i tuoi CAPELLI: quelli dell'infanzia, dell'adolescenza, dell'età adulta. Fai attenzione al colore (vero o tinto), alle pettinature, alle lunghezze, alle qualità...
- Dopo un rilassamento prendi contatto con le piccole o grandi TORRI che ti hanno costretto a precipitare.
Erano dello stesso tipo?
Come hai reagito per rialzarti? Scrivi sul DIARIO o in forma narrativa o dialogando, con ognuna delle tue cadute.
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