MIGNOLINA🌷 va letta come una metafora dell'esperienza umana,
un'esperienza mistica❤🔥,
un viaggio nel processo di individuazione,
alla ricerca del vero Sè 🌟
Il poetico Andersen ci offre un esempio molto grazioso di piccolo essere, uno dei tanti minuscoli personaggi che hanno abitato nelle nostre fantasie infantili e che spesso incontriamo nelle fiabe, un esserino che viene da un mondo magico, una minuscola fata: Mignolina.
La sua storia ben rappresenta il VIAGGIO ESPERENZIALE che l’essere umano intraprende alla ricerca del proprio posto nel mondo; un mondo in cui abitare, stare, lavorare… ma al quale, come vedremo, non appartiene.
La piccina rappresenta quella scintilla ‘elfica’ in noi che, se lasciamo che si sviluppi, come un' ESPERIENZA MISTICA, può condurre al successo il nostro PROCESSO DI INDIVIDUAZIONE.
Assistiamo, come spesso accade nelle storie di personaggi importanti, ad una nascita che apparirebbe solo miracolosa se non scavassimo nel simbolismo che la precede:
- il bisogno fortissimo di una donna di ricevere un dono speciale: una bambina (simbolo della sua ‘bambina interiore’?);
- la preparazione ad accogliere il dono (rappresentata dal vaso);
- l'umiltà di chiedere a chi è saggio (la vecchia strega);
- l'accettazione quale mezzo di un qualcosa di molto umile ma potentissimo: un seme di orzo (un cereale, base della nostra costituzione, della nostra vita sulla terra).
Un seme!
In seguito all’amorevole ACCOGLIENZA la crescita è immediata e subito si sviluppa una pianta con un bocciolo.
Non si apre subito: saranno i baci e l'AMOREVOLE ATTENZIONE della donna a far sbocciare ciò che è contenuto tra quei petali, rossi e gialli (colori splendore del vivente e dello Spirito), sei come i giorni della creazione… e lì, al centro, appare il settimo elemento: una bambina bellissima.
Sebbene tenera appare già in qualche modo pronta all'azione perché è proprio sul pistillo, organo attivo del fiore, diffusore del polline, verde come il senso della crescita, come il ‘sacrificio’ che fa la luce accettando di penetrare la materia, vitale come la speranza di realizzare il compito del settimo giorno, quello in cui tocca a noi creare, lavorare per il nostro processo di individuazione.
La piccola già in qualche modo crea: canta meravigliosamente!
Immaginiamo di essere noi quella donna e che la bimba sia la nostra preziosa parte luminosa che attraversa le varie vicissitudini di chi, venendo sulla Terra, deve confrontarsi con prove di ogni tipo, esperienze a volte belle a volte dolorose, imparando dalle varie situazioni quanto sia importante RITROVARSI, seguire il FILO LUMINOSO che, in qualche modo, anche se non immediatamente visibile, ci accompagna nei LABIRINTI TORTUOSI che la vita ci mette davanti, usando tutti gli ELEMENTI di cui dispone; elementi che, forse non a caso, sono quelli che faranno da scenario alle prove di Mignolina: ACQUA, ARIA, TERRA, FUOCO.
La bimba, pur preziosamente accudita, a causa del vetro rotto di una finestra (i nostri occhi turbati da un evento ci fanno a volte perdere l’attimo di contemplazione del bello?), subisce il RAPIMENTO da parte del mondo degli anfibi.
I rospi vogliono appropriarsi della sua bellezza e, incuranti del fatto che lei ha bisogno di aria, le stanno preparando una camera nuziale sott'acqua. Mignolina, oltre al disgusto per doversi unire ad esseri così diversi da lei, soffre per il DISTACCO dalla casa d’origine e per il senso di ISOLAMENTO : è bloccata su una foglia di loto, fissata al terreno.
Terribile sentire IMPOTENZA davanti ad un fatto incombente!
Nella vita però, dentro alle prove, ‘sotto sotto’ c'è sempre un elemento di aiuto: e i pesci, proprio ‘sotto’ di lei, nell’elemento che pareva dover essere la sua condanna, l' ACQUA, rosicchiano lo stelo della foglia e la rendono libera dalla prova precedente ma ormai, per lei così piccina, in alto mare, all' ‘estero’, come dice lo scrittore, sospinta dall'ARIA e dalla corrente.
In questo elemento sono già pronte nuove prove…
Tenta di essere padrona della navigazione con l'aiuto di una farfalla, ma viene rapita da un maggiolino.
Lì inizia , come accade a tutti noi nell’adolescenza, ma anche oltre, il problema dell' INEGUATEZZA; si sente criticata dagli altri maggiolini, viene umiliata, si ritiene sbagliata… ma, per sua fortuna, cosa che magari lì per lì non capisce, subisce una prova ulteriore: l' ABBANDONO.
Quando la strada in cui siamo non è la nostra, la vita, anche con un fatto traumatico, ci orienta altrove!
Per la piccola inizia un lungo periodo di SOLITUDINE in cui però, aiutata dalla presenza del SOLE che rende così gradevole la bella stagione, scopre la capacità di cavarsela da sola. Tutta l’estate e parte dell' autunno vive l’esperienza del BOSCO (come risaputo luogo iniziatico per eccellenza): sa dove dormire, gode del canto degli uccelli, si nutre di polline (simbolo con il sole dell’elemento FUOCO) e di rugiada.
Il tempo passa, la vita si evolve. Il saggio alternarsi della stagioni ci offre di partecipare anche fisicamente al respiro del nostro pianeta… ma là dov'è ora Mignolina l’inverno sta portando l' inspirazione della terra verso la sua fase di apnea (il solstizio) e tutto appare GHIACCIATO e DESERTO.
La bimba, quasi come farebbe un animaletto in letargo, allo stesso modo in cui nella mitologia fanno gli esseri del ‘piccolo popolo’, cerca il calore in un buco sotto la TERRA, una tana di topi.
Se davvero fosse un viaggio negli elementi potremmo dire che la prova della terra è davvero pesante; ed è proprio quella della PESANTEZZA la prova che la piccola fata dovrà affrontare. Saranno pesanti le richieste che le verranno fatte!
In cambio di calore e cibo nella casa della topa le verrà di nuovo richiesto di rinunciare a se stessa.
La buona ma semplice padrona della tana vuole insinuare nella piccola l'idea dell’inutilità della libertà se si può usufruire delle comodità: le propone con insistenza di sposare il ricco talpone.
Mignolina sente la cosa come una COSTRIZIONE ma non ha il CORAGGIO DI DIRE NO è addirittura accetta di filare e tessere per il suo corredo. La portano a visitare le gallerie sotterranee, quasi una ‘DESCENSUS AD INFEROS‘… ma, come spesso accade, lì spesso si trova un tesoro!
La ricchezza nascosta non è certo la scorta di cibo del talpone ma il ritrovamento di una rondine che , essendosi attardata, ha perduto l'occasione del viaggio verso i paesi caldi. Appare morta ma il suo CUORE batte, è solo un LETARGO , come quello di Mignolina che ha dovuto fermare il suo viaggio.
Questo nuovo, prezioso amico è un po' simbolo della sua ANIMA CONGELATA, bloccata nel viaggio e nel volo.
La cura amorevole per la rondine diventa per la piccola un modo per avere un angolo di RACCOGLIMENTO tutto suo.
Va di nascosto da topa e talpa, esseri non cattivi ma prede ďi comode convenienze, di materialismo, di egocentrismo.
All'arrivo della bella stagione la rondine le propone di partire con lei ma la PAURA DEL CAMBIAMENTO blocca Mignolina. La libertà può essere pericolosa?
O la sua bontà d'animo (ha paura di addolorare la topa) le fa compiere questo SACRIFICIO?
Troppo lungo il tempo di una vita senza slancio vitale!
Il suo piccolo essere si sente sempre più sprofondare nel nulla, nell' INUTILITÀ di un vivere senza fiori, senza il SOLE che tanto ama… allora ESCE, momento importante!
La sua ANIMA GRIDA LA DISPERAZIONE DI DOVER RINUNCIARE ALLA LUCE!
E il miracolo avviene: la rondine è lì.
Stavolta accetta di andare e la rondine la porta in volo in un luogo incantato, antico perché è sempre esistito ma nuovo perché conquistato.
È giunta l'ora per lei di trovare l’ambiente, non solo bello e giusto ma suo, lì da sempre ad aspettarla, il luogo in cui viene riconosciuta REGINA, conquista la CORONA e trova l’altra parte di sé , quella vera, quella che le spetta e che la reintegra nell' UNITÀ: lo SPIRITO DEL FIORE diviene suo sposo.
Lei ora si chiamerà Maya, proprio perché da tanto piccola è diventata GRANDE.
Ha superato le prove degli elementi, le hanno offerto le ali. Ha trovato la VERA CASA. O forse l’ha solo RITROVATA, ma ad un’ottava superiore!
Un finale meraviglioso.
Lo contemplo come METAFORA dell’ESPERIENZA MISTICA che auguro a me e a chi legge.
FIABE E MITI
MERCURIO ERMES e i ‘fiabeschi' piccoli che fanno cose grandi.
I protagonisti minuscoli nelle fiabe POLLICINO, PUCCETTINO, MIGNOLINA, TOM THUMB (folklore inglese 1600), BUCHETTINO (novella toscana) nascono già così piccoli e lo restano, ma abbiamo anche chi lo diventa in fase di narrazione: ULISSE nell’avventura con Polifemo, ALICE quando mangia il fungo magico, GULLIVER quando capita nel mondo dei giganti.
Il Pollicino dei Grimm e il Pollicino di Perrault, poi chiamato Puccettino dal nostro Collodi, hanno storie diverse ma condividono la particolarità di essere piccoli e speciali; il primo, molto desiderato e poi magicamente arrivato, il secondo perché ultimo di sette fratelli, entrambi straordinariamente intelligenti, anche se a volte in ‘modalità’ furbizia. Comunque tutti, prima o poi, li vediamo alle prese con situazioni più grandi di loro…e tutti, immancabilmente, se la cavano!
Talvolta anche con grande guadagno: Pollicino conquista il tesoro dell'orco e gli stivali delle sette leghe, Mignolina diventa regina degli elfi…
E a volte troviamo personaggi ‘piccoli’ anche se non sempre di statura, ma considerati tali in quanto ultimi nati, che conquistano qualcosa di grande: il pastorello DAVIDE sconfigge Golia; ARTÙ, piccolo scudiero sottoposto al fratello adottivo estrae la spada dalla roccia; GIUSEPPE, venduto dai fratelli maggiori, salverà il suo popolo dalla fame. Da sempre la possibilità di riscossa dei piccoli, sia in statura che di età ha colorato la fantasia dell'umanità… Forse perché tutti, invariabilmente, siamo stati piccoli? e immaginarci vincitori seppure trasferendoci sul personaggio di una fiaba ha placato le nostre ansie?
Questo sì, sicuramente, ma il fatto che il cambiamento di dimensioni continui ad affascinare contiene altre valenze: nelle fiabe in qualche modo tutti riviviamo il momento di passaggio all’età adulta; i riti di iniziazione diversi secondo le epoche e i luoghi, ma comuni a tutte le culture ancora vibrano nel nostro DNA; notiamo che quasi sempre l’eroe e le eroine della fiaba sono bambini o adolescenti e le loro storie si concludono con una sistemazione che apre all' inserimento nella vita adulta, spesso con il matrimonio.
Un altro elemento che rende ‘nutrienti’ le fiabe con protagonisti piccoli è dovuto al gioco di cambiare prospettiva, l'attrazione per l'infinitamente piccolo e la possibilità di viaggiarci attraverso.
Pollicino dei Grimm ha un’incredibile ansia di VIAGGIARE, VEDERE IL MONDO: immagina, crea, preorganizza, gioca a farsi vendere dal padre per poi scappare dai compratori; promette aiuto a dei ladri e poi li denuncia; visita l‘interiorità fisica di una mucca e di un lupo, riconoscendone il pericolo ma riuscendo addirittura a gestirli, nonostante la sua situazione di evidente inferiorità.
Pollicino del Perrault è il tipico ultimo nato, settimo di sette fratelli che, invece di essere il più fragile, diventa guida per i suoi fratelli: sa ascoltare, capire i problemi e organizzare delle risposte. A volte le sue trovate sono senza successo, come quando le sue briciole vengono mangiate dagli uccellini, ma spesso la sua capacità di preorganizzare lo porta alla vittoria: i sassolini lo guidano, la trovata di scambiare i berretti suo e dei fratelli con le corone delle figlie dell’orco salva loro la vita.
L’INTELLIGENZA, prima di divenire SAGGEZZA, probabilmente passa attraverso la FURBIZIA, una forma di GIOCO, attività primaria dell'infanzia, ma alla base di tutto c'è il sano esercizio della CURIOSITÀ!
Il piccolo Hermes, nato da Zeus e da MAJA (interessante osservare come questo sia anche nome che verrà attribuito a Mignolina, con significato di grandezza, derivante da ‘major’), fu un bambino molto precoce per intelligenza, creatività e furbizia: nel suo primo giorno di vita scappò non visto dalla culla e inventò la lira utilizzando un guscio di tartaruga; la stessa notte fece uno scherzo al fratello Apollo: riuscì a nascondere la sua mandria di bovini, facendoli camminare all’indietro per confondere le tracce. Si narra che riuscì persino a rubare il cinto magico di Afrodite e… la folgore di Zeus! Sempre in qualche modo se la cavava e riusciva a farsi perdonare.
A queste azioni giocose del dio Ermes vanno aggiunte caratteristiche che lo rendevano davvero grande: aveva in mano il Caduceo, bastone della SAPIENZA, era il MESSAGGERO DEGLI DEI, possedeva il ruolo di accompagnatore dello spirito dei morti, aiutava a TROVARE LA VIA ed era signore di ogni tipo di VIAGGIO nei tre luoghi: cielo, terra ed inferi. In qualche modo sovrintendeva al passaggio da un luogo, o da uno stato, all'altro.
Veniva rappresentato con il cappello da VIAGGIO e con le ALI AI PIEDI; queste caratteristiche lo rendono assimilabile ai Pollicini, perlustratori dei vari mondi, dall'aereo al sotterraneo, dal possibile all'impossibile… le ali ai piedi poi ricordano sorprendentemente la magia degli STIVALI DELLE 7 LEGHE.
Non devono sorprendere queste analogie tra MITO e FIABA: entrambi sono espressioni dei bisogni ed elaborazioni dell'INCONSCIO COLLETTIVO.
Il termine greco mythos sta a significare “parola”, “notizia”, “novella”…e ‘novella’ è un termine ancora usato in Italia per indicare le fiabe.
Volendo trovare un aggancio con la MITOLOGIA questi personaggi si possono paragonare ad un personaggio mitologico famoso anche come DIO dei furbi e dei ladri ma SOPRATTUTTO DELLA CONOSCENZA: MERCURIO/HERMES.
La narrazione mitica, come quella dei racconti magici nasce dal bisogno di appropriarsi in modo curativo della realtà esterna, rendendola meno dolorosa e, proiettandovi il proprio mondo interiore, operare in modo catartico in modo da attenuare le paure.
La fiaba è un racconto dove vengono proiettati sia i desideri che le ansie più segrete. I desideri trovano una loro realizzazione attraverso l’elemento magico e l’intraprendenza del protagonista, le paure e le ansie vengono man mano elaborate e superate con l’ ‘annientamento’ simbolico del personaggio cattivo, del male.
Analogamente, nei racconti mitologici, troviamo la possibilità di acquisire sicurezza proiettandoci negli dei e negli eroi, diventando GRANDI con loro.
ESERCITAZIONI PER il laboratorio di 'MIGNOLINA'
- Dipingere un grande fiore sbocciato, con i petali aperti, giocando con i colori giallo e rosso, anche miscelandoli. Al centro disegno un simbolo sacro per me.
- Dopo un rilassamento immagino di fare un viaggio nel tempo e di incontrare il piccolo elfo, la piccola fata, nel momento in cui erano pronti ad entrare nel mondo materiale. Poi gli/le scrivo una lettera.
- Con l'argilla: creo un bassorilievo che rappresenti un tulipano.
- Disegno sei petali e vi scrivo dentro le prove che ritengo di aver vissuto e superato. Su un cerchio centrale, o a parte, il cammino che ORA voglio fare.