LABIRINTO ARCHETIPICO
Secondo Platone, il primo labirinto della storia umana sarebbe quello di Atlantide, fatto di cerchi concentrici alternati di terra e di mare, con la parte di terra unita da ponti. In Italia il più noto è quello attribuito a Porsenna, che si troverebbe nei sotterranei della città di Chiusi. Da sempre il labirinto simboleggia un percorso interiore attraverso il quale lo spirito si può evolvere e innalzare ad un livello superiore. Il centro del labirinto, secondo Mircea Eliade, rappresenterebbe la sacralità. Il labirinto è stato utilizzato anche come sistema di difesa alle porte delle città fortificate; per esempio, era tracciato sulle piante delle antiche città greche. Nella mitologia possiamo ricordare Arianna che per non perdersi nel labirinto ebbe l’idea di usare il filo e poter così ritrovare l’uscita.
Nel Medioevo le più famose rappresentazioni del labirinto si trovano sul pavimento delle cattedrali gotiche, tra cui quella di Chartres. I percorsi del labirinto delle cattedrali, chiamati anche Chemins à Jérusalem, sostituivano il pellegrinaggio in Terra Santa; bisognava percorrerli in ginocchio, con un rosario al collo, pregando per la salvezza della propria anima. Il labirinto ha anche un significato solare. Nella tradizione cabalistica ha una funzione magica. Nella Bibbia ne viene descritto uno nel cortile davanti al Tempio di Salomone. Per questo motivo alcuni labirinti presenti nelle cattedrali, fatti da una serie di cerchi concentrici interrotti in alcuni punti, sono chiamati "Nodi (o labirinti) di Salomone". Secondo gli alchimisti il percorso conduce all'interno di se stessi, il santuario interiore e nascosto. Al suo interno si opera una vera e propria trasformazione dell'io nel passaggio dalle tenebre alla luce. In Italia un labirinto sul quale meditare è quello della Basilica di San Vitale a Ravenna. Nei tempi antichi in cui i Numi erano così vicini da poter percepire la luce pulsare in ogni cosa, nelle notti di plenilunio, si ballava la danza a spirale, attraverso la quale si apriva l’Altrove, in cui era possibile incontrare la Signora del Labirinto. Analoghe alla Signora del Labirinto erano quelle divinità che riunivano vita e morte: Afrodite, Artemide, Britomarte, e Persefone. Dalle iscrizioni su un’antichissima tavoletta proveniente da Cnosso, testimonianza di una religione più antica di quella omerica, si apprende che alla Signora del Labirinto era offerta quella sostanza che sin dall’epoca arcaica era nutrimento degli umani, chiamata «dolce cibo degli dèi», perché di essa i Numi si erano nutriti prima ancora che dell’ambrosia: «Miele alla Signora del Labirinto» e anche «Miele a tutti gli dèi».
La Signora del Labirinto ci riconduce a ciò che un tempo precedette il patriarcato, la civiltà greca e la stessa civiltà cretese: la religione della Dèa più arcaica, la Luna ctonia, la Grande Madre, la cui voce, se vogliamo, possiamo udire ancora.
Anna Salvati
MEDITAZIONE CON I COLORI
Seguendo lo schema proposto in fotocopia disegno con i pastelli le linee offerte dal famoso e universalmente noto percorso del labirinto archetipico. Uso i colori che voglio, che ritengo più rappresentativi del mio labirinto interiore; poi passo con gli acquerelli, come a percorrere le vie.
MEDITAZIONE CON L'ARGILLA
Creo con l'argilla una lastra piatta, max 2cmm. Punzecchio con uno spillo il disegno dello schema in fotocopia. Con un sottile colombino creo gli argini ai percorsi; col dito infosso un po' le volute curando di lisciare i bordi, per uniformare.