LE FIABE DI MAGIA …il nostro percorso evolutivo, più vero di ciò che appare vero…
Le fiabe sono non solo uno strumento pedagogico, artistico o terapeutico, sono soprattutto un messaggio per la nostra anima ma è indispensabile sollevare il velo delle immagini per capire cosa esse vogliono comunicarci.
Il modo ideale di leggere le fiabe è immergendovisi, nell’ attesa che possano parlarci e diventare trasparenti.
Le fiabe possono essere meditate: un momento di concentrazione e poi uno di vuoto possono permetterci di accogliere come un dono l’intuizione della sua interpretazione.
L’ascolto incantato e ‘sapiente’ dei bambini ma anche il lavoro consapevole degli adulti restituiscono vita alle fiabe.
Come ogni grande opera d’arte la fiaba racchiude in sé la massima profondità e la massima semplicità, depositaria dei più alti segreti sull’essere dell’uomo, dei suoi destini, dei suoi compiti, delle leggi eterne dell’evoluzione umana e cosmica.
Tutto ciò ci viene trasmesso con la poesia delle immagini.
Quello che racconta la fiaba riguarda ognuno, con le prove collegate all’appartenenza alla terra, alla condizione di essere incarnati in una fisicità; ci parla dell’immenso dolore che ogni uomo sperimenta alla nascita , quando lascia la dimensione dello spirito per inabissarsi nella materia terrestre; ci descrive questo dolore parlandoci della condizione in cui ci siamo trovati la prima volta che abbiamo fatto questa esperienza, quando siamo stati cacciati dal Paradiso, ma anche della condizione che ci si ripresenta ogni volta che rinasciamo, ogni mattina quando ci risvegliamo, ogni volta che la vita ci presenta una prova, un ostacolo o ci chiede di cambiare.
Nella fiaba ci viene mostrato come in un teatro la nostra condizione umana e ognuno dei personaggi che sono vi rappresentati vive in noi, nella nostra anima.
Noi siamo il re, il principe e la povera fanciulla, ma siamo anche la strega, la matrigna o lo gnomo.
La nostra interiorità e le potenzialità, di bene e di male, che vivono in noi si squadernano sulla scena divenendo personaggi che svolgono una parte, le forze dell’anima si rivestono di immagini.
Le immagini, a differenza dei concetti pensati, rigidi, chiusi, hanno la forza di parlare ad una dimensione dell’essere intima e profonda, al nostro sentire, si fissano nell’interiorità.
La fiaba ha la stessa natura del sogno, nasce da uno stato di coscienza intermedio tra la veglia e il sonno.
Afferma Steiner che in un’epoca antica, quando si stava estinguendo la chiaroveggenza atavica, alcuni uomini che ne conservavano gli ultimi retaggi colsero in immagini le realtà del mondo spirituale. Questi immagini sono state custodite nelle sedi dei misteri, pare che i druidi ne fossero i custodi, sono state tramandate dai bardi, dai cantori, sono state trasmesse per secoli dalla tradizione orale.
Nella fiaba, come nel sogno e come in ogni esperienza artistica, le categorie di spazio tempo cambiano: il ‘c’era una volta’ ci trasporta in una dimensione atemporale, che l’anima (non la mente!) accetta come ovunque e comunque possibile.
Nelle fiabe il bene vince: esse ci mostrano che se vengono compiuti i gesti giusti il male si autoannienta avendo esaurito il proprio compito; le prove possono essere superate e divenire occasione perché qualcosa di nuovo possa manifestarsi, perché possa essere raggiunta la meta a cui come uomini siamo destinati.
‘E vissero felici e contenti’, anche se sembra solo il finale di una fiaba è esattamente il fine a cui noi umani siamo chiamati: la gioia!