Rodopi, Ye Xian, Maria Chisjnera, Zezzolla... quante CENERENTOLE! Viaggiano tra i mondi, e lasciano tracce...
Propongo alcune versioni delle infinite CENERENTOLE, quelle che mi sembrano più significative.
Chi vorrà le leggerà ma il testo base su cui lavoreremo è quello del Basile, il più antico in Italia: LA GATTA CENERENTOLA.
Davanti alla quantità innumerevole di fiabe riguardanti una fanciulla maltrattata che subisce umiliazioni ma poi trova aiuti e risolve la sua storia grazie alla ‘riunificazione di un paio di calzature’ si resta davvero pieni di stupore: epoche diverse, dall’antico Egitto all’epoca disneyana, con questo PARADIGMA MITICO hanno consolato le scarse aspettative degli ultimi;
e luoghi diversi,
dall'Asia all'Europa, hanno rivendicato il diritto al LIETO FINE.
Il famoso finale “e vissero felici e contenti” in una vera fiaba deve assolutamente comparire! Altrimenti il suo significato andrebbe perduto. Di solito la speranza del lettore riceve gratificazione da un evento speciale: le NOZZE!
E quasi sempre NOZZE speciali, principesche, regali.
Raggiungere un ottimo status sembra la motivazione più ovvia.
Deludente e scarso raggiungimento per chi lavora seriamente su di sè, a pensarci bene… un altro è lo scopo più profondo:
RIUNIRE CIÒ CHE È SEPARATO.
Le CENERENTOLE hanno in comune il simbolo della SCARPA: che sia di vetro o d'oro, che sia col tacco o una pianella, un sandalo o uno scarpino cinese di seta, l'importante è che, alla fine, il paio venga ricomposto e trionfi il BENE.
Perché questo SIMBOLO delle SCARPE ha catturato in modo così vasto l'umanità di tutti i tempi?
Forse per capire dobbiamo partire dai PIEDI: la scarpa non è un indumento qualsiasi, è il rivestimento, o protezione, o anche abbellimento, di questa parte del nostro corpo, così umile, così preziosa!
Siamo gli unici abitanti del pianeta dotati di posizione eretta: grazie ai piedi siamo liberi di usare le mani e di muoverci, di fare un passo dopo l'altro, di CAMMINARE.
La parola CAMMINO evoca istantaneamente l'idea di una STRADA, un percorso da seguire. Per far questo è necessario che una parte di noi abbia aderenza al suolo.
È interessante notare che il piede, mantenendo l'ORIZZONTALITÀ ci fa condivide con i nostri fratelli animali il rapporto con la Terra: noi con la nostra VERTICALITÀ siamo in grado di captare energie celesti ma, per garantire equilibrio tra le due forze, madre natura ci ha dotati di piedi, nei quali risuonano i punti energetici del corpo: sono come riprodotti tutti i nostri organi e, ovviamente, la colonna. Possiamo immaginare quindi di avere due colonne vertebrali, una che ci tiene eretti e una che, passo dopo passo, usufruisce dell'energia madre, ANTICA, animale, che continuamente scorre sul pianeta e lo circonda.
Non dobbiamo dimenticare il Cielo, ma essere sulla Terra è sinonimo di cammino da percorrere. Per attuare, come dicono i Maestri, una spiritualizzazione della materia fisica, bisogna muoversi sulla terra, ma con equilibrio. Ecco che i piedi, essendo due, ci aiutano a non cadere ma sono anche simbolo della nostra doppia natura: destra e sinistra, maschile e femminile, CELESTE e TERRESTRE.
“Tenere il piede in due staffe” è un modo di dire con connotazioni negative, ma…
È esattamente la MODALITÀ di RICONNESSIONE utilizzata dalle CENERENTOLE, e dai loro PRINCIPI!
Proviamo a leggere i luoghi della fiaba non come case, stanze o palazzi ma come LUOGHI SIMBOLICI, i nostri luoghi interiori:
La casa in cui la madre non c'è più è la nostra sensazione di essere soli, abbandonati, ORFANI.
La cucina piena di cenere, in cui ci sentiamo sfruttati e sviliti, corrisponde alla percezione che potremmo provare di essere vittime di una SCHIAVITÙ.
La CENERE stessa appare come simbolo potente di qualcosa quanto più possibile vicina al NULLA. Non è neanche terra, che ancora potrebbe dare, ma il residuo di una combustione, la fine di qualcosa che era vivo, il niente che saremmo se davvero fossimo solo corpo fisico.
I posti speciali per comunicare con i vari AIUTANTI MAGICI (la colombella delle fate di Sardegna, il nocciolo sulla tomba, Horus, la fata madrina…) sono i nostri LUOGHI DELL’ANIMA! quei posti speciali dentro di noi che a volte compaiono per ‘grazia’, a volte come premio per nostra ricerca.
Similmente i TALISMANI che vengono donati non sono semplici oggetti, hanno una vita propria e sono ricchi di doni ma a patto di ricevere le cure.
È lo stato di ATTENZIONE che crea la magia: fa crescere i SEMI o i ramoscelli che spesso vengono offerti e apre a meravigliose TRASFORMAZIONI.
Le Cenerentole, grazie agli AIUTI del MONDO INTERIORE possono talvolta indossare VESTI MERAVIGLIOSE, piene di luce e preziosità :
Sono CAMBIAMENTI DELLO STATO DI COSCIENZA.
Quando ci apriamo al MONDO DI SOPRA, gioiamo delle bellezze del PALAZZO REALE, danziamo con gli esseri luminosi che lo abitano…
In quei momenti davvero la nostra AURA diviene VESTE DI LUCE, ma occorre avere la cura di riporla con umiltà quando il luogo non è più adatto.
Cenerentola sale e scende continuamente da un MONDO ALL’ALTRO: dalla NATURA UMANA a quella DIVINA.
Non a caso è così frequente l'utilizzo dell'immagine di una SCALA per rappresentare il ritorno alla situazione di ‘cenere’.
Per coloro che tentano la ‘scalata’ ai mondi superiore è facile che si crei un collegamento, che prima o poi una parte di sé rimanga impigliata… una parte così bella, ma così INCOMPLETA… che qualcuno, LASSÙ, non veda l'ora di completare!
A quel punto, nelle fiabe, protagonista diventa il principe, o re, o zar, o faraone… in tutte le culture è sempre il rappresentante massimo che ‘spasima' per riunificare la COPPIA SACRA: non l’armonia di un paio di pantofole ma l’unione tra SPIRITO e ANIMA.
Il fatto che la MISURA della SCARPETTA sia unica, irripetibile e che la ‘pianella' sia proprio quella giusta, nutre l'anima di chi ascolta la fiaba e gli restituisce la fiducia nel SENSO DELLA PROPRIA ESISTENZA, elevandolo dallo stato di ORFANAGGIO e SCHIAVITÙ alla rassicurante presenza di qualcuno che ci ama; dalla DEGRADAZIONE di dover stare nei piani piu bassi dell’esistenza (fino a dover credere di ESSERE CENERE) alla acquisizione di dignità e regalità.
Il magnetismo che si crea tra principe e fanciulla, tra piede e scarpa, tra alto e basso, tutto concorre a ricordarci la realtà della nostra NATURA DIVINA.
ESERCITAZIONI PER IL LABORATORIO su
"La gatta Cenerentola"
Sul diario:
- Hai mai avuto la sensazione di ricevere una seconda opportunità dopo aver commesso un errore?
- Hai mai la percezione di essere in 'schiavitù'? In casa, al lavoro, nella vita in genere...
C'è qualcuno che si comporta da sorellastra, fratellastro, matrigna, patrigno?
Se te la senti scrivigli una lettera.
- Hai delle 'sorellastre' dentro di te? Dei piccoli io dell'invidia, della superbia, della prepotenza?
Crea un dialogo tra la Cenerentola in te e una o più sorelle.
Sull'album:
- Dipingi una grotta partendo dai bordi del foglio con colori scuri fino a schiarire del tutto al centro. Lì accenna, con tinte delicate, la forma di fiammelle. Saranno le fate.
- Disegna il più bell'abito con cui immagineresti vestita Cenerentola. Puoi rappresentarlo come mandala se lo visualizzi aperto, con la gonna stesa, a corona circolare.
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