Cappuccetto Rosso …percorso del sole, Ermes, mercurio alchemico?...
Questa fiaba, apparentemente semplice, porta in sé numerose possibilità di interpretazione.
Con l'inseparabile cappuccio e la sua borsa in mano, contenente focaccia e vino (alimenti altamente simbolici), Cappuccetto Rosso, nel suo essere tramite tra la mamma e la nonna, evoca il dio Ermes/Mercurio, messaggero e portatore di farmaci, divinità raffigurata con i capelli rossi e con un cappello, il pètaso, qualche volta accompagnato da una mantellina; gli assomiglia anche per l’affabilità, si ‘amalgama’… così come il mercurio, metallo liquido che scorre e si unisce ad altri elementi chimici.
In natura l’argento vivo, come veniva chiamato, è nascosto nella pietra cinabrina, un rosso ‘cappuccio’ che contiene il mercurio. Nell'alchimia cinese il lavoro di estrazione dal cinabro rappresenta il passaggio dalla morte alla vita, l'eterna resurrezione.
Come il dio dai piedi alati, il mercurio è scorrevole, intermedio (si usava per purificare argento e oro), discende dall’alto gocciolando quando viene trattato. Il nome attuale gli fu dato dagli alchimisti. Essi adottarono il simbolo del pianeta Mercurio per indicare l'argento vivo, connettendo il metallo fluido al pianeta dalla rotazione più veloce e al dio alato. Il solfuro di mercurio, il cinabro, è il minerale rosso entro cui il mercurio è catturato, racchiuso in natura. Se si sottopone il cinabro ad arrostimento (calcinazione) si libera mercurio e lo si vede emergere in forma di goccioline splendenti, a rappresentare la rigenerazione attraverso la morte (combustione).
Da tempi antichissimi il cinabro è stato usato come colorante vermiglio. Gli Etruschi utilizzavano le miniere di cinabro del Monte Amiata, sull'antiappennino toscano, e ne traevano coloranti per dipingere e anche per belletti.
Il mercurio diviene velenoso se combinato al cloro: il cloruro mercuroso (HgCl2), noto come calomelano che significa "bel nero" (gr.: kalòs, melas).
Ed ecco l’altro personaggio, anch’esso collegato con il mercurio: il lupo. Esso, come il calomelano, appare chiaro e dall'aspetto mite ma può rendersi scuro e corrosivo.
Appena giunta nel bosco, Cappuccetto Rosso incontra il lupo che subito le chiede ove ella vada. La risposta della bambina è un vero enigma. Alla domanda del lupo: ‘dove abita la tua nonna?’, Cappuccetto Rosso risponde ‘sotto le tre grosse querce’. Poi aggiunge: ‘sotto sono i noccioli’. Questa strana descrizione della nonna sotto le querce e sopra i noccioli acquista senso se si immagina la casa della nonna come la camera a volta per l'estrazione alchemica del mercurio. Lì gli alberelli sono dentro la casetta; sotto gli alberelli sono le fascine (noccioli?), su cui è posta la pietra di cinabro (la nonna?). Nel Medio Evo era invalso l'uso di far condensare i vapori di mercurio che salivano dal cinabro combusto sulle foglie fresche degli alberi a fogliame largo. Questo procedimento si realizzava spesso all'aperto nei boschi.
La triplice quercia fornisce un altro richiamo mercuriale. Il grande albero fronzuto rimanda all'albero gigante della mitologia nordica, all’albero cosmico di Wotan-Odino, Yggdrasill, che poggia su tre radici. Il dio germanico (che tra l’altro aveva due lupi come compagni) corrisponde al nostro Mercurio.
Perchè Cappuccetto dà informazioni al lupo? Davvero per ingenuità o c’è una tacita accettazione della trasmutazione alchemica cui sta per sottoporsi? Si può anche ipotizzare una volontà prepuberale di emanciparsi dalle figure femminili adulte e lo dimostrerebbe anche il suo ulteriore allontanarsi dai consigli materni mettendosi a gironzolare per il bosco raccogliendo fiori. Lo strappo del fiore è il momento della violazione originaria, l'apertura della via verso gli Inferi, che sono in agguato nelle profondità del bosco. Anche Proserpina è intenta a cogliere fiori quando s'apre per lei la via dell'Ade.
Il lupo era intanto arrivato alla casetta della nonna.
Dopo l'arrivo del lupo, la casetta nel bosco rappresenta un recesso infero, l’apertura del precipizio. Il lupo, con le sue fauci spalancate, va a farvi la parte della bocca della fornace, pronta ad accogliere le rosse pietre del cinabro. Egli compie il rituale dell'imbiancamento dell'aspetto e dell'addolcimento della voce, come nella fiaba dei Sette Caprettini.
All'arrivo della piccina, rivela via via la sua natura e infine spalanca la bocca spaventosa e inghiotte tutta intera Cappuccetto Rosso.
Il ventre del lupo è una caverna nel folto bosco. Vi giace, nell'oscurità, una bella sepolta o addormentata in attesa di un liberatore. Minerale racchiuso nella miniera, o pietra gettata nel forno; il cinabro attende di tornare scintillante mercurio. Il salvatore appare nelle vesti di un cacciatore; la spada che trafigge la belva sono un paio di forbici affilate, che tagliano la pancia del lupo addormentato. La ricomparsa della bambina-mercurio è annunciata da uno splendore, da una luce che emerge dall'oscurità: ‘Dopo due tagli, vide brillare il cappuccetto rosso e dopo altri due la bambina saltò gridando: - Che paura che ho avuto! Com'era buio nel ventre del lupo!’
Luce che splende uscendo dal buio, vita che si rigenera, come la Fenice, Cappuccetto evoca il percorso del sole che, come sfera infuocata, rosso al momento del tramonto, inghiottito dalle scure tenebre oltre l’orizzonte, torna a manifestarsi dello stesso colore all’alba del giorno dopo. Possiamo assistere al miracolo della rinascita quotidianamente seguendo il percorso del sole.Come Giona nel ventre della balena la bimba è stata nella pancia del lupo, ma non da sola: si è fusa con la nonna, con l’elemento di sapienza antica che lei rappresenta. Una nonna ammalata che va curata, nutrita, accompagnata nel suo bisogno di ‘rinascere’. Escono dal ventre del lupo non solo vive ma vivificate l’una dall’altra, unendo il vecchio al nuovo, la saggezza all’intraprendenza.
Tre figure femminili che rappresentano le tre età della vita. Protagonista non è solo la piccola, ma la donna stessa, vista nella sua triplicità. P.F.
MEDITAZIONE CON I COLORI
Un foglio bianco per dipingere il bosco con gli acquerelli, riempiendolo di verde fiorito ma anche di intrigata oscurità; tracce di rosso simbolizzano il passaggio di Cappuccetto.
Un cartoncino nero della stessa misura da sovrapporre sarà il lupo, o meglio il suo ventre scuro. Taglio il foglio nero per far riapparire il rosso. Apro il rosso per far affiorare l’argento che sarà evocato sistemando dietro al dipinto un foglio di alluminio.
CAPPUCCETTO ROSSO (interpretazione basata sulla versione dei Grimm)
Cosa ribolle nell’inconscio collettivo perché questa fiaba si sia conservata così a lungo pur essendo così semplice? E perché è potuta diventare un'icona dei pericoli, degli inganni, delle paure?
Chi è quella bambina che, nella sua semplicità indossa un cappuccio del colore del Sole? e precisamente del Sole nei suoi momenti più misteriosi: alba e tramonto, nascita e morte, o meglio:
MORTE e RINASCITA.
Quel cappuccio ha anche il colore del SANGUE, rosso, ‘succo molto peculiare’, veicolo del nostro ‘Io’, SPLENDORE DEL VIVENTE.
La protagonista della fiaba è un personaggio esiguo: piccola e femmina, più fragile preda non si potrebbe immaginare ma è un piccolo sole, è il simbolo di ognuno di noi, della nostra umanità bambina, ancora all'inizio del suo percorso ma già con un incarico importante: ricollegarsi al Principio, all’inizio di tutto, presso Colei, la Grande MADRE, che ha generato sua MADRE ma che ora ne è separata. L'elemento di collegamento, perché il tutto si riunifichi però c'è, ed è lei, la bambina; il cappuccio/mantellina che porta, che tanto fa pensare ad una VESTE iniziatica, è proprio la Grande Creatrice che glielo ha confezionato.
Mi spingo nell’interpretazione ipotizzando la nonna come la nostra COMPONENTE SPIRITUALE, lontana ma raggiungibile se si segue un percorso attento.
CAPPUCCETTO vive con la mamma, avvolta dalla sua protezione e dai suoi saggi consigli come da un manto cosmico: leggerei la figura della madre come significante della nostra COMPONENTE ANIMICA.
Cappuccetto siamo noi, il nostro GIOVANE IO IN FORMAZIONE che deve raggiungere la nonna seguendo un sentiero; la casetta dove lei abita è piuttosto lontana, ed è in mezzo al BOSCO, tipico luogo iniziatico, posto in cui è possibile perdersi, anzi: DIMENTICARSI DI SÉ.
La piccola porta con sé un panierino che contiene del cibo molto simbolico: focaccia e vino! Come non pensare alla carne e al sangue, al nostro corpo fisico?
Quel sentiero è il viaggio che dobbiamo fare per ritrovare l’origine, per riunificare le componenti del nostro essere. La nostra ricchezza, ciò che possiamo offrire, è proprio la nostra essenza, il nostro essere carne e sangue, un corpo fisico che ci è stato dato per COMPIERE UN LAVORO: esplorare il mondo materiale e riconnetterlo allo spirituale.
Finora abbiamo citato 3 personaggi di grande significato, rappresentativi di SPIRITO, ANIMA ed IO. Nella grande avventura umana abbiamo altri elementi, alcuni pericolosi, altri salvifici …
Il lupo lo leggo come PERSONALITÀ, quell'aggregato di PICCOLI IO che vuole distrarre, portare alla DIMENTICANZA di sé e del proprio LAVORO. Non si mostra pericoloso, anzi! Invita la bimba a fare cose belle, divertenti, apparentemente utili: guardare più in là, cogliere fiori…
Nel frattempo il suo intento è famelico, ha bisogno di prendere potere e SOSTITUIRSI alla nonna! È scaltro e veloce, compie l'operazione e si TRAVESTE.
La nonna è lì ma appare invisibile, proprio come la nostra componente spirituale resta nascosta ogni volta che scambiamo la nostra MASCHERA (la personalità) per noi stessi.
Il rosso IO in evoluzione può restare confuso, non può credere che quello sia lo SPIRITO, non può pensare che sia la nonna e allora chiede:
“perché queste orecchie, perché queste braccia, perché questa bocca?”
La piccola fa domande che si soffermano sull'esteriorità; è ancora distratta dalla raccolta di fiorellini, i suoi occhi non vedono in profondità il grande inganno che le ha teso la FALSA spiritualità.
E allora il terribile evento avviene: viene divorata. Deve entrare nel corpo della bestia, attraversare la “lunga notte dell'anima”, vivere una MORTE INIZIATICA!
Divorata dalle fauci del lupo ora soggiorna nel suo oscuro ventre, ma non è sola! La nonna è con lei. Come non comprendere il sacrificio del DIVINO che entra nel buio con noi continuando ad emanare LUCE? Cappuccetto in quel momento che sembra la fine ha invece forse capito…
Il cacciatore che arriva è un elemento importante della storia: è la nostra capacità di VISIONE PROFONDA. Immaginiamolo come quella parte di noi che per fortuna resta consapevole e attenta; pensiamo che forse Cappuccetto abbia avuto un RISVEGLIO!
Ecco perché il cacciatore appare, si preoccupa della nonna, entra nella casa.
Riconosce il lupo. Da sempre lo andava cercando. Così come noi , esercitandoci all'attenzione, se riusciamo a restare aggrappati al MOMENTO PRESENTE , cerchiamo di scoprire il VERO, aldilà dell'apparenza, così il cacciatore, che chiamerei proprio CONSAPEVOLEZZA, è l'elemento dirompente: sbocca la situazione, ci salva.
Sì, siamo salvati dai personaggi delle fiabe: il loro agire risveglia qualcosa in noi qualcosa di arcaico, di eterno, di salvifico!
Il cacciatore rinuncia a sparare!
Non è con la violenza che si distrugge l'OMBRA ... Con cautela e delicatezza si incide la REALTÀ in profondità perché possa emergere la VERITÀ.