LA BELLA E LA BESTIA
e…LA ROSA: sacro simbolo di uno stato superiore di coscienza
La Bella e la Bestia è una fiaba universalmente nota. La utilizziamo come spunto di riflessione nel nostro percorso di ‘danza’ sul LABIRINTO. Se la foresta è il luogo in cui perdersi la ROSA è la fioritura in cui ritrovarsi. La fanciulla della fiaba chiede al padre una rosa, apparentemente il dono più semplice che si possa offrire, in realtà talmente elevato e complesso che richiederà alla protagonista un difficile cammino di AUTOCONOSCENZA. Bella ha uno SPECCHIO che le permette di vedere ‘oltre’: guardandovi dentro non vede l’apparenza ma la verità su ciò che accade nel cuore; lì può vedere quell’elemento che vorrebbe dimenticare, quella parte di sé che la Bestia è.
Bella è la nostra parte intima femminile yin senza la quale il maschile yang non può evolvere. L’accettazione di Bella è amore e disponibilità a riconoscere la realtà per quello che è, permettendole di esistere e di far stabilire un nuovo equilibrio. ‘ La Bella e la Bestia ‘ nasconde un proprio significato, una mappa segreta che ci spinge ad interpretare il significato dell’amore non come una meccanica razionale, ma come accettazione profonda che è l’antitesi della negazione e del controllo. E’ la disponibilità a riconoscere la realtà per quello che è , senza sentire il bisogno di cambiarla o di manipolarla, infatti la bella non aveva in realtà alcun bisogno che la bestia cambiasse. La bestia che diventa principe è il principio maschile che per diventare pieno e buono in noi ha assolutamente bisogno che la parte femminile guarisca. Perchè la femminilità possa farsi avanti , la coscienza vigile deve tacere e accettare Nella fiaba Bella chiede "solo una rosa" al padre (la figura maschile primaria) che parte per un viaggio; al suo ritorno la riceve, è una rosa magica che non appassisce mai, cresciuta nel giardino della Bestia (il nuovo maschile, così diverso da lei… suo opposto, ma per questo complementare) e che la farà innamorare di lui.
La ROSA ,da sempre simbolo dell’AMORE e di tutte le dee o figure sacre femminili (Maria, ‘rosa mistica’) che lo rappresentano.
La rosa è stata, dall'inizio della storia conosciuta, il fiore di Venere (con serti di rose e mirto si cingevano le sue statue), e secondo le antiche fonti il suo colore era bianco. Divenne di colore rosso quando Venere-Afrodite si innamorò di Adone. Marte si trasformò in cinghiale e lo uccise; il suo sangue, per volere di Venere, colorò le rose.
La rosa fu sacra ad Iside in Egitto, dove fu simbolo della ‘conoscenza segreta’ consacrata alla dea; fu dedicata ad Ishtar in Mesopotamia.
Fu declamata dai "Trovatori" nel medio evo: Ave astro del mondo, ave rosa del mondo, bianco fiore. Nell’ultimo canto della "Commedia", uno dei vertici dell’avventura spirituale dell’uomo in assoluto, compare il simbolismo della Rosa, che è divenuto nello specifico, l’apoteosi della "Rosa Mistica": ‘In forma dunque di candida Rosa mi si mostrava la Milizia Santa, che nel suo sangue, Cristo fece sposa’. Un altro simbolo sacro della Rosa è direttamente mutuato dalla sua forma circolare e dalla disposizione dei petali, che come un mandàla, rappresentano l'idea della perfezione e dell'infinito
Legata al cerchio, simbolo del cielo e del disco solare, troviamo un'interessante stilizzazione della Rosa nei rosoni che, insieme alle finestre a feritoia laterali, illuminavano le vaste e scure cattedrali gotiche.
Il protagonista dell' “Asino d'oro” di Apuleio recupera le fattezze umane mangiando delle rose appartenenti ad una corona dedicata ad Iside, dea rivificatrice.
Era inoltre in uso presso gli antichi Cristiani celebrare la Pentecoste - detta anche "Pasqua delle Rose"- scambiandosi il fiore, a simboleggiare la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli.
Il "sentiero" di misticismo pratico elaborato dalla setta orientale dei Sufi a Baghdad nel XII secolo era denominato Sebil-el-Uard : che vuol dire " La Via della Rosa".
Sul piano del simbolismo è immediato il legame tra "Rosa" e "Croce", connessione che costituisce l'emblema dei Rosacroce.
La croce stabilisce un centro indicato dall'intersezione di due assi, congiunzione di due opposti: verticale e orizzontale. "Unire la Rosa alla Croce" significa ottenere il massimo simbolo della "Iniziazione" più elevata.
Nella croce il tratto orizzontale rappresenta il femminile quello verticale il maschile.
La rosa la si ritrova anche nella leggenda del sacro Graal. Connesso al simbolismo della rosa è l'ordine cavalleresco assoldato da Re Artù al fine del ritrovamento del Graal: l'ordine de La Rose Noire. Il fiore è una coppa. Come quest'ultima, infatti, evoca con la sua stessa forma l'idea di un "ricettacolo"; anche nel linguaggio corrente si parla del "calice" di un fiore.
Troviamo le rose anche nel Piccolo Principe di Saint-Exupéry: "Coltivano cinquemila rose in un unico, modesto giardino, e non trovano ciò che cercano. E pensare che quel che cercano lo possono trovare in un'unica rosa. Ma gli occhi sono ciechi, con il cuore bisogna cercare".
Anche ne "La rosa mistica del giardino del Re" subentra l'allegoria del percorso iniziatico nella discesa fino al cuore attraverso le immagini dei tarocchi: infatti si conclude con la domanda del giovane re al derviscio "O saggio, dove si trova la terra straniera dove sorge il tempio della conoscenza?". La risposta è "Vuoi sapere dove si trova la terra straniera in cui dimorano i discepoli della via, i cercatori della verità? Volgiti al tuo cuore, in esso è celato il magnifico tempio della conoscenza umana, ma la chiave che ne apre la porta solo Dio può darla"
MEDITAZIONE CON L’ARGILLA
Rappresento una rosa, un roseto, un cespuglio, un fiore…qualcosa che sia simbolo del mio ‘calice’ …e abbia parte nella trasformazione del mio scuro bosco interiore in giardino fiorito.