Iniziamo il nostro percorso nel labirinto celeste partendo dalla STELLA POLARE, guida degli antichi, riferimento dei marinai.
Appare l’unica a non muoversi mai, punto fisso nella volta celeste. Ciò che la mostra immobile è il suo allineamento con l’asse terrestre, anche se non precisissimo. Si trova in direzione del nord magnetico: quando la bussola indica il nord indica anche la polare.
Nei labirinti sacri spesso il centro appare come un punto da raggiungere, il ‘sancta sanctorum’ meta del pellegrino; nel cielo preferiamo partire da un dato certo: considereremo la Polare un po’ come la divina ARIANNA, colei che regge il capo del gomitolo che ci prepariamo a svolgere.
Noi ci sentiremo come TESEO, ci aggireremo nei meandri del cielo stellato incontrando, di volta in volta, corridoi bui, prove da superare, parti di noi da conoscere, storie mitologiche illuminanti…cercheremo il nostro MINOTAURO INTERIORE, che non sarà semplicemente duplice come quello che sconfisse l’eroe ateniese ma multiforme, ambiguo, ingannevole. Incontreremo insomma quella moltitudine di piccoli io che si affannano a ergersi padroni del nostro essere, facendoci dimenticare di Essere.
MEDITAZIONE CON L’ARGILLA
Bendati, dopo un rilassamento guidato, cominceremo a prendere contatto con il blocco di creta davanti a noi, sentendo l’importanza della nostra verticalità, il centro della testa proiettato verso l’alto, come un nostro ipotetico nord. Le mani creeranno una forma tonda, immagine di noi, ma anche del creato. Il pollice premerà fino a creare un varco in quella rotondità, simbolo della nostra capacità di aprirci e ricevere. Creeremo quello che nel modellaggio viene chiamato VASO PRIMITIVO.