Il pensiero riflesso è morto e dà la morte. La mente, se non è governata dal PENSIERO COSCIENTE, dalla PRESENZA MENTALE, pietrifica! Il pensiero riflesso annienta la forza vitale che potenzialmente possediamo, se ne nutre, riducendoci a statue senza vita.
Analizziamo la parola: PENSIERO RIFLESSO. Cosa vogliamo essere: un centro vitale che emana luce o un oggetto che la riceve? Un sole o un satellite? Lasciare che una certa entità che chiamiamo mente proietti su di noi le sue sozzure, i suoi pregiudizi disordinati, la sua pochezza confusa equivale alla morte; questa è vera morte, non quella fisica. Perché Medusa non pietrifichi il suo essere, Perseo usa uno specchio: omeopaticamente (l’omeopatia cura il simile con il simile) fa ‘riflettere’ il pensiero riflesso, non lo assorbe, non lo fa riflettere su di sé ma sullo specchio che la sua GUIDA INTERIORE, Athena nel racconto, gli ha fornito. Prende le distanze dalla routine di pensieri inutili, li osserva, non ci si identifica come di solito avviene. Accendendo la luce della CONSAPEVOLEZZA taglia di netto la testa, cioè l’origine dei mali di cui soffriamo. Non è la nostra testa che produce questo stato ipnotico in cui crediamo di essere un qualcuno sfortunato, destinato a soffrire…è la testa di Medusa! E va prima guardata con distanza, senza identificarci poi, una volta capito il male che ci procura, fare la scelta decisa di ROMPERE L’INVOLUCRO INGANNEVOLE e lasciar libero il vero dono che la vita ci riserba: tolta la testa piena di serpenti (i pensieri che ci recano tanto dolore) esce Pegaso da quel collo mutilato. Il CAVALLO ALATO era lì, nascosto, andava liberato. E’ lui il PENSIERO VIVENTE, è lui la possibilità immensa per cui potremmo dire alle montagne di spostarsi, credendo davvero a chi ci ha promesso che niente ci sarà impossibile e che avremmo fatto cose anche più grandi di Lui.