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SCORPIUS

È doveroso parlare dello Scorpione riconoscendone la sacralità per uscire dagli stereotipi che lo classificano troppo semplicisticamente, associandolo all’immagine dell’animale che vive negli anfratti, rifuggendo la luce: vendicativo, pericoloso, capace di manifestare la sua innata aggressività nell’attacco fulmineo o in una difesa violenta, addirittura autodistruttiva, che conduce alla morte. La MORTE appunto, parola che evoca paure ancestrali, condivise da tutti i viventi e che i nativi dello Scorpione vivono in modo speciale.
SCORPIO  è il secondo segno d’acqua, di natura fissa: possiamo paragonarlo all’acqua del fiume Stige che segna il confine tra il regno dei vivi e quello dei morti. La sua acqua, che appare scorrere nelle tenebre , è invece fecondante e rigenerante, proprio grazie alla sua azione DISSOLVENTE.
Nella stagione autunnale in cui questo segno è centrale la natura si dissolve e si sprigiona per tutti (lo Scorpione in qualche modo è presente in ogni tema natale) il grande, paradossale enigma dell’esistenza: il nostro inconscio racchiude in sé  l’istinto di vita e quello di morte, contemporaneamente!

Il glifo di Scorpio rappresenta sia la coda dell'aracnide che le spire del rettile, ma anche il librarsi verso l’alto, come aspirando al volo. Lo scorpione si nasconde negli anfratti per paura, non perché  ami l'oscurità ed è sì pronto a colpire, ma solo per reazione. La fase intermedia di evoluzione di questo segno è ben rappresentata dal SERPENTE che in tutte le culture è presente ma con significati spesso contrastanti: è il male, l’insidia, addirittura Satana per i cristiani ma è simbolo di saggezza sul copricapo dei faraoni, è drago da sconfiggere ma anche ouroboro che indica la continuità dell'essere ed è, per gli induisti, il serpente Kundalini, simbolo di elevazione.
È interessante ricordare che proprio là, nel chakra dove il serpente si dice sia addormentato, si trovino gli organi fisici cui lo Scorpione sovrintende: ANO  e GENITALI. Sono questi organi che, con le loro funzioni, ben rappresentano l'apparente contraddizione tra VITA e MORTE. In questa dualità è racchiuso il mistero che lo Scorpione è chiamato a vivere: espellere, rinunciare a ciò che non serve più con la funzione escretoria, ma dare la vita a nuove forme grazie all'attività sessuale.
L’AQUILA, simbolo dello Scorpione evoluto, si libra in alto con il suo volo potente, costruisce il nido in alta montagna, è regale emissione di Giove. L'aquila simboleggia l'uomo rigenerato che si innalza ai massimi livelli spirituali e può guardare il Sole senza chiudere gli occhi, così come avvenne ad ORIONE, che di questa costellazione è mito, quando recuperò la vista.
Riuscire davvero a VEDERE che la morte, se solo potessimo rendercene conto, riguarda essenzialmente la coscienza. Morire è solo passare ad un altro STATO DI COSCIENZA ma il nostro corpo animale non lo sa: la morte conserva il suo aspetto terrificante perché la coscienza s’identifica con la forma. Lo Scorpione possiede una fine percezione, esiste in lui la capacità di far convergere l’energia verso l’alto, esplorando una realtà superiore che conduce alla Coscienza universale.  Se l’inconscio è rischiarato dalla luce, l’energia si trasforma creativamente e l’individuo, attraverso il ridimensionamento dell’ego (MORTE INIZIATICA) intraprende la via che conduce al SÉ. Lo Scorpione evoluto rinasce dalle proprie ceneri come l’Araba Fenice.
Capire il segno dello scorpione significa fare proprio il principio alchemico del “solve et coagula” in cui l’essenza deve disciogliersi prima di tramutarsi in nuova. Scorpio ben simbolizza la nigredo, la fase al Nero della Grande Opera:, cioè il passo iniziale nel percorso di creazione della pietra filosofale: , putrefazione: e decomposizione: . Vedere anche: Zodiaco e Alchimia 1: e Zodiaco e Alchimia 2: .
È il momento più cruciale, morire a se stesso per poter rinascere ad un livello superiore.
Lo Scorpione è chiamato a portare avanti questo processo; come ottavo segno rappresenta un punto di svolta: dopo la presa di coscienza del ‘denso’ effettuata dai primi sei segni (♈♉♊nascere, nutrirsi, pensare con partecipazione inconscia all'Universale in modo prerazionale; ♋♌♍fase umana di presa di possesso dell’esistere, espressione razionale) nei successivi tre, in cui lo ♏ è centrale tra ♎ e ♐ ci si avvia al super-umano attuando una sintesi intuitiva, in un avvicinamento sempre più preciso al sovrarazionale, alla realtà ultima che vivremo nei tre segni finali, ♑♒♓ .
Importate ricordare, come già detto,  che tutti abbiamo una parte Scorpione nel nostro tema e nel nostro essere e tutti abbiamo vissuto e viviamo le 12 tappe iniziatiche di cui sopra!
Signore del segno è Marte, dio della volontà di azione e conquista, ma soprattutto dell' ANALISI, abilità che può essere distruttiva ma utilissima nelle attività di approfondimento e nel lavoro ALCHEMICO che è anche detto SEPARAZIONE DEL PURO DALL’IMPURO. Nello stato Scorpio l’essere umano può  comprendere che l’ombra è parte integrante della vita, confrontarsi con essa trasforma l’infero in divino. In questo può  assistere l’altro signore del segno, Plutone, dio dell’Ade e detentore dell’energia profonda, divinità ctonia che ci accompagna nella DESCENSUS AD INFEROS.
Molti personaggi mitologici hanno visitato gli inferi: Odisseo, Enea,  Psiche…ma il racconto più commovente è sicuramente quello di Orfeo; il dolore di aver perso la sua Euridice sembra così condivisibile! Invece a ben riflettere il suo è stato un peccato di ‘hybris', dettato non solo dal coraggio e dalla passione amorosa: non accettare l’ineluttabilità della morte fisica ha allontanato Orfeo dall’accettazione della condizione umana; la sua morte violenta ha dovuto riequilibrare il tutto e i due innamorati sicuramente si saranno infine ritrovati. Orfeo ben rappresenta una certa tipologia scorpionica: la paura della morte, il suo rifiuto di essa, la sua ribellione; il suo atteggiamento lo ha allontanato dall’armonia che aveva con la natura e alla fine ha dovuto trovare l’unico modo di ritrovare la parte mancante: ‘vivere’ la propria morte.
Ancora di hybris ha peccato Fetonte che, volendo guidare il carro di suo padre Elio pur non avendone ancora le capacità precipitò rovinosamente dall’alto proprio all’altezza dell’eclittica in cui si trovava…lo Scorpione!
Nella categoria dei personaggi che osano ciò che non si dovrebbe possiamo sicuramente annoverare Orione che, dall’altro capo del cielo, continua ad essere inseguito dallo Scorpione che gli procurò la morte. Il bel gigante aveva attentato alla castità di Artemide, una dea, e venne severamente punito per la sua tracotanza dal veleno del terribile artropodi.
Un MITO che meravigliosamente simbolizza questo momento del cammino umano rappresentato dallo Scorpione  è quello di OSIRIDE. Si narra che Nut e Geb (Cielo e Terra) avessero dato vita, in giorni speciali, al di fuori del calendario usuale, a Osiride, Iside, Seth e  Nephti . Quattro fratelli rappresentanti lo stato dell’essere umano in tutte le sue espressioni: Osiride, divinità solare, signore  universale e luminoso ha per sposa Iside, archetipo non solo della madre terra ma dell’universo; insieme rappresentano la parte divina insita nell’umano: lui lo Spirito, lei l’Anima. Seth, il ruggente, il dragone, rappresenta il principio della condensazione, quindi la materia nel suo ruolo più pericoloso, distruttivo; ha per sposa Nephti che della materia esprime invece il ruolo benefico, costruttivo, di aiuto alla pulsione animica.
Seth, anche detto Tifone e/o Satana ordisce una congiura ai danni di Osiride, chiudendolo, con un inganno, in un sarcofago. È interessante ricordare che non si tratta di una bara ma proprio di una forma sovrapponibile a quella del corpo, come a simboleggiare la forma umana che ha preso il Divino incarnandosi, come una CRISALIDE in via di TRASFORMAZIONE . Sul sarcofago viene fatto colare del piombo fuso. Qui, oltre al riferimento al metallo oscuro da cui si parte nell’operazione alchemica, ben si simbolizza il tentativo di Seth : oscuramento del principio spirituale dell’uomo tentando una pietrificazione materialistica. Il sarcofago viene poi abbandonato nel fiume, in direzione del mare, simbolo dello smarrimento.
Iside, resasi conto dell’accaduto, si veste a lutto e cerca a lungo il corpo dello sposo che, attraversando varie vicissitudini ed un lungo peregrinare si è fuso completamente con le radici di un grande albero che è stato poi utilizzato come fondamenta di un palazzo regale.
ALBERO, PALAZZO REGALE, i riferimenti alla simbologia dell’Incarnazione umana divengono sempre più evidenti. Iside riesce a rientrare in possesso del corpo dell'amato ma la persecuzione di Seth non è terminata: ritrova i fratello e stavolta tenta di disperderlo tagliandolo a pezzi.
Lo smembramento di Osiride rappresenta la dispersione dell’Uno nel molteplice così come possiamo immaginare che sia avvenuta in una fase della nostra creazione (avvenimento che spiegherebbe la nostra sensazione di separazione).
Iside, rappresentante dell’Anima cerca di riunificare e questa sintesi allude alla reintegrazione del molteplice nell’Uno. Le parti riunificate sono 14, numero piu volte incontrato, simbolico di un momento di grande fertilità della materia, culmine del ciclo mensile della donna e della Luna. L’unico resto non trovato è il membro virile. Lo Spirito non ha facoltà di esprimersi direttamente nella materia…occorre un lavoro dell’Anima, che faccia da mediatrice. La dea completa l’Opera alchemica, fa una riproduzione in oro (rubedo) del fallo, che viene consacrata e le permette la concezione (immacolata!) di Horus, il FIGLIO, espressione del PADRE. Osiride non è incarnato, l’altro Osiride, cioè Horus, è qui, vivente, espressione di quel principio divino in noi che può manifestarsi  sulla terra.
I piccoli misteri, di Iside, venivano celebrati in primavera, ricordando la navigazione della dea; i grandi MISTERI di Osiride, la sua ‘inventio', cioè il ritrovamento, erano collocati tra fine ottobre e inizio novembre, in ovvia sintonia con i valori di centro autunno di cui abbiamo parlato.
OSIRIDE ISIDE SETH NEFTI HORUS