Bilancia, tempio dell'equilibrio, dove ESTETICA ed ETICA si affannano a convivere, affascinante e serioso, anche un po' misterioso, è l’unico segno zodiacale che rappresenti un oggetto e non un essere vivente.
LIBRA è governata dal pianeta Venere ed ospita in ‘esaltazione' il saggio Saturno; entrambi ben la rappresentano essendo i nativi Bilancia dediti al culto di BELLEZZA e SAGGEZZA.
LIBRA non tollera i conflitti (Marte infatti lì è in esilio) ed è infastidita dalla platealità, specialmente se senza garbo (il Sole è in caduta).
Due eventi sono caratteristici del segno: l’EQUINOZIO D'AUTUNNO, che equilibra il giorno e la notte, e la ricorrenza della festività degli Arcangeli, soprattutto Michele che, con la sua spada e la bilancia, ben caratterizza il bisogno di EQUITÀ e GIUSTIZIA di questo segno.
Libra è una costellazione che, per un lungo periodo, è stata così ‘inafferrabile’ da essere confusa con il segno precedente e il successivo; l’ammasso stellare di cui è composta, grande ma con stelle dalla luce ‘discreta', è stato ritenuto parte di altre costellazioni: la bilancia di Diche (Virgo) ma anche le chele di Scorpio. I Sumeri in realtà la consideravano molto e la chiamavano ZIB-BA ANNA, la bilancia del cielo, ma poi si perse l'idea che fosse una costellazione a sé finché i Romani non le ridiedero dignità, ritenendo sacro “il segno nel quale le stagioni sono in equilibrio e le ore del giorno e della notte combaciano…e …l'Italia appartiene alla Bilancia, il segno che più le si addice e…la Luna era in Bilancia quando Roma fu fondata” (Manilio, I sec. A.C.). A queste citazioni possiamo aggiungerne un’altra, ben più speciale, riportata dai cabalisti:
“La creazione ebbe luogo mentre LIBRA era nell'antico dei giorni”
Come mai non nel primo ma nel settimo segno dello Zodiaco? Forse il creatore aveva già ideato il proprio sdoppiamento?
Una caratteristica importante relativa all'esperienza della Bilancia è la sensazione di separazione, dovuta alla necessità di uscire dall'io (Ariete) e vivere il momento dell'io che incontra il tu (Bilancia appunto, casa VII). In questo segno, ci si confronta con la decisione e la scelta. Le decisioni possono essere di natura e livelli differenti, ma sono ben rappresentate da 'l'esperienza di Arjuna' nella Bhagavad Gita, quando si trova in conflitto e siede disperato fra i due eserciti contrapposti, in grande indecisione prima della nuova forza, risolutiva, che gli offrirà Krishna.
Prima di stabilizzarsi, la Bilancia oscilla in entrambe le direzioni perché sente la difficoltà di dover reintegrare un'UNITÀ PERDUTA. Quando l'esperienza oscillatoria diviene troppo dolorosa il Bilancia trova maschere protettive che non gli facciano perdere l'apparente armonia e il classico “à plomb” cui tanto tiene.
Il segno della Bilancia è diverso dai sei precedenti, tutti simbolici di acquisizioni personali, dell’IO; dal settimo in poi entriamo in relazione con l’altro da sé, con il NON IO. In ognuno dei segni TUTTI prima o poi veniamo a trovarci: tutti nasciamo, acquisiamo nutrimento, sviluppiamo intelligenza, creatività…nel momento della vita in cui ci troviamo nello stadio Bilancia siamo alle prese con il MONDO ESTERNO, con l'ALTRO: l’Io incontra il Tu.
La psiche della Bilancia, per quanto predisposta alla calma, all’equilibrio, all’armonia, in realtà è molto spesso tormentata da una forte insicurezza: mette sui suoi due piatti da una parte la realtà così com’è, dall’altra l’immagine ideale, perfetta: sa che la scelta forse dovrà essere un adattamento, ma lo accetta perché crede nell' accordo e dà il suo consenso. Simile alla Vergine nel perfezionismo, è però anche terribilmente idealista e soffre tantissimo nel non vedere concretizzata la sua visione idilliaca. La Bilancia è il segno della compensazione, dell'attenta ponderazione dei valori e del conseguimento del giusto equilibrio fra coppie di opposti.
Quando ci troviamo a cercare equilibrio siamo nello stadio LIBRA, ma di quale capacità di scegliere siamo davvero bisognosi? È necessario dapprima capire di quale particolare equilibrio questo simbolo è portatore.
Esistono diversi tipi di situazione in cui è necessario fare una scelta: uno inferiore e statico, l'altro superiore e dinamico.
L'equilibrio inferiore può essere individuato dalla parola 'compromesso'. In genere il compromesso può essere considerato preferibile rispetto alle posizioni estreme o ad una condizione di perpetua oscillazione: eppure esso può indurre uno stato di negatività, di inerzia, e non offre alcun incentivo al progresso. Il risultato può essere una vita trascorsa in una condizione di statica non reattività.
L'equilibrio superiore invece consiste nel controllo (che non deve essere repressione!) di forze che si oppongono, nella gestione saggia e regolata, per fini costruttivi.
Ciò è simboleggiato proprio dall'immagine dalla bilancia.
Immaginiamo su uno dei due piatti un blocco di forze che potremmo sintetizzare così: ATTRAZIONE EMOTIVA, ECCITAZIONE, CIECO OTTIMISMO, SICUREZZA DOGMATICA.
Sull'altro piatto mettiamo: REPULSIONE EMOTIVA, DEPRESSIONE, PESSIMISMO ANSIOSO, SCETTICISMO…
In uno stadio inferiore il punto di equilibrio della bilancia può diventare: INDIFFERENZA, APATIA, INCERTEZZA, SENSO COMUNE, COMPROMESSO, STATICITÀ.
Allo stadio superiore, per chi vuol lavorare per l'evoluzione il punto di equilibrio può spostarsi verso l'alto fino a diventare: DISIDENTIFICAZIONE, VISIONE DISTACCATA, COMPRENSIONE, SERENITÀ, FIDUCIA, PERCEZIONE DELL'OLTRE.
Volendo utilizzare un motto si può superare quello base (“Scegli!”) per comprendere questo, più evoluto: “Scelgo la via che passa tra le due grandi linee di forza”
Cercare una VIA VERTICALE per uscire dalle OSCILLAZIONI ORIZZONTALI!
Un aiuto può venire cercando di comprendere il legame tra Venere e Saturno. Il mito della nascita di Afrodite-Venere è collegato a Crono-Saturno che, con il caratteristico falcetto, evirò il padre Urano. Possiamo immaginare che in quel momento il NON-TEMPO COSMICO CELESTE si trasformò in TEMPO CRONOLOGICO perché non più patrimonio del Cielo ma di Krono, il tempo. Contemporaneamente la CREATIVITÀ CELESTE simbolizzata dal fallo di Urano passò nel mondo materiale sotto forma di schiuma (acqua e aria) e poi corpo (terra) di Afrodite. Ciò che in origine era infinito divenne finito e gli umani iniziarono l'avventura di una nuova esistenza, una vita nel mondo materiale, in cui viviamo i limiti di SPAZIO E TEMPO, in cui è importantissimo saper calcolare, misurare, confrontarsi con la FORMA, visto che ormai ne abbiamo una.
Conoscere i misteri della forma fu la prima esperienza artistica.
Un’antichissima divinità egizia fu Om-pta, il “giusto distributore”, che aveva come scettro un bastone rigato a tacche e come corona un motivo per le misurazioni; era rappresentato su un cubito, altra unità di misura. Possiamo equipararlo a Saturno come simbolismo anche per un’altra caratteristica: nel tempo Om-pta divenne PTAH, il “DIO dal bel volto”, terza persona della Trinità Egizia (AMON, lo spirito, RA, la mente, Path il corpo), colui che “fabbricava la sostanza degli dei”, che realizzava nel fisico ciò che Amon pensava e Ra traduceva in parola; Ptah (‘pt' è la radice di scolpire) “signore degli artisti, colui che oggettivava i concetti (‘artha’, da cui la nostra ARTE, è la parola in sanscrito che significa “materializzare un'idea”).
Presso i Greci e poi presso i Romani fu EFESTO-VULCANO il dio cui fu attribuita questa enorme capacità artigianale ed artistica. Oltre a tutti gli strumenti necessari agli dei viene ricordato per il famoso scudo di Achille e per la BILANCIA D'ORO con cui Zeus equilibrava (o squilibrava!) gli avvenimenti umani. Lo troviamo inerente al segno della Bilancia per questa caratteristica oltre che per il fatto di essere lo sposo di Afrodite-Venere e, in qualche modo, il continuatore dell'opera di materializzazione iniziata da Saturno-Crono, intendendo per OPERAZIONE ARTISTICA la capacità di fare, nel pratico, qualcosa di BELLO e BUONO che, insieme al VERO, sono scopo, ideale e missione della Bilancia.
L'importanza di comprendere 'il segreto della polarità' di forze opposte è dovuta al fatto che la dualità caratterizza l'intera storia dello sviluppo umano. Il compito principale dell'uomo è il controllo delle coppie di opposti, e questa realtà è ben rappresentata dal mito di TIRESIA “il cieco indovino, di cui sono saldi i precordi, a lui solo Persefone diede anche da morto la facoltà d’esser savio; gli altri son ombre vaganti” (Odissea 942). Tiresia è l’emblema del saggio a causa della grande esperienza che ha vissuto: fu una volta uomo e una donna grazie all’incontro con due serpenti, un maschio ed una femmina, avvinghiati tra loro (come non pensare alle due nadi intorno al Sushunna, o ai serpenti del Caduceo?); fece l’esperimento di staccarli ed eliminarne una volta l’uno, la volta dopo l’altra, raggiungendo così una consapevolezza globale, la conoscenza delle due realtà, apparentemente divise ai nostri occhi, con visione doppia. Tiresia ha conquistato la visione unica; ecco perché si racconta che fosse cieco: era capace di vedere oltre avendo superato la dualità.
Amon-Re,Ra-Heracthe,Ptah
Efesto - Vulcano
Tiresia
Anche il mito dell' ANDROGINO ben rappresenta il simbolo della riunificazione delle polarità. Viene narrato nel Simposio di Platone che, per via della loro potenza, gli esseri umani erano superbi e tentarono la scalata all'Olimpo per spodestare gli dei. Ma Zeus, che non poteva accettare un simile oltraggio, decise di intervenire e li separò in due metà, a colpi di saetta. In questo modo gli esseri umani furono divisi e s'indebolirono. Ed è da allora che siamo alla ricerca della nostra antica unità e della perduta forza e, come affermato nel Simposio di Platone, “al desiderio e alla ricerca dell'intero si dà il nome di amore”…
Non essendoci un mito astronomico preciso per LIBRA, possiamo considerare perfetto per rappresentare questo segno la favola di AMORE E PSICHE (vedi Amore e Psiche ), meravigliosa storia incastonata nelle “Metamorfosi” di Apuleio. L’affannosa ricerca per la riunificazione della coppia, le prove a cui si sottopone l’anima per ritrovare l’equilibrio perduto, l'importanza di Venere, signora del segno, nella conduzione delle esperienze di Psiche nei quattro elementi… sono tutti elementi riconducibili all’esperienza LIBRA.
Amore e Psiche
Interessante notare come Venere ed Eros, entrambi letti come duplice aspetto dell'Amore, in questa fiaba sembrino riproporre la doppia valenza attribuita ad Afrodite interpretando ognuno uno dei due ruoli: la dea svolge il ruolo di Afrodite ‘Pandemia’ (più tipica di Taurus), qui rappresentata nel massimo della sua espressione terrena… Eros espleta invece il perfetto ruolo di figlio dell'Afrodite ‘Urania' (signora di Libra), mostrandosi nobile, amorevole, delicato.
Venere e Cupido - Eros
Afrodite Urania
Il bene e il male giocano, come nella vita, ruoli scambievoli; si alternano nel racconto vicende terribili ad altre meravigliose. Sapendo cogliere il ruolo ‘formativo’ delle prove si dimentica l'antipatico ruolo che Apuleio (anche scherzosamente) vuol mostrarci di Venere.
Tutto inizia perché Anima è talmente bella da essere ritenuta Dea anche se ancora non lo è. All’inizio dei tempi, anzi prima del tempo, possiamo pensare che facendo parte dell’anima universale tutti eravamo davvero immersi nella divinità. Ma l'umanità ha accettato la “CADUTA” (come Psiche accetta le nozze di morte) e, nello sforzo di recuperare la divinità, dobbiamo accettare che vengano messe alla prova le nostre capacità di conoscere e domare, ma con gentilezza, gli elementi di cui è composta la nostra struttura, la nuova sede in cui abitiamo: la nostra Terra, il nostro corpo. Nella prima parte della vita l’Amore è con noi, ci accompagna invisibile, fornendoci gli strumenti per vivere e crescere; siamo un po' come bambini protetti da un genitore amorevole; non mancano i problemi ma lo scorrere della vita può essere sopportabile; il salto nel vuoto arriva quando la Mente comincia a lavorare in modo raziocinante, duale (Psiche vuole sapere, accende la lampada) attua la SEPARAZIONE, facendoci uscire da quell'unità in cui i problemi di comprensione non esistevano.
Vedere l’aspetto materiale di Amore priva Psiche dell’amorevole UNITÀ INDIFFERENZIATA e la sbatte nel MONDO DELLA DIVISIONE. Deve accettare la straniante realtà della SOLITUDINE. Si aggrappa all’amato, rinunciando alla ricca e confortevole dimora, lo segue in un volo che non le è ancora concesso. Non ha le ali.
La disperazione diventa insopportabile (Psiche tenta più volte il suicidio), l’Anima non tollera questa divisione dall'Amore. La separazione che lei stessa ha provocato le ha instillato una tale NOSTALGIA che sente di dover continuare il suo cammino: dopo aver girovagato si presenta al MISTERO! Mettendo in atto una spinta interiore il mondo invisibile ci viene incontro. Arriva al palazzo della dea e le si consegna.
L’Amore cosmico, sotto le spoglie di Venere mette alla prova Anima facendole affrontare le insidie degli elementi fisici. Le prove inflitte dalla dea sono in realtà doni per mettersi alla prova, per procedere nell'evoluzione.
Anima deve trovare in sé, di volta in volta, le forze necessarie per superare le prove. Psiche è premiata dagli dei e dalle forze della natura, sembra fortuna, ma l’aiuto che le viene dato è un premio per la costanza che sta dimostrando. Mentre si confronta con i 4 elementi vediamo che mette anche in azione le ‘virtù platoniche'.
Le formiche, espressione della forza nascosta nella TERRA, mettono ordine nella montagna di semi che ha davanti. In questa operazione possiamo leggere la prova della TEMPERANZA, la virtù che dobbiamo acquisire utilizzando la presenza mentale, agendo in modo attento, paziente, rispettoso e consapevole.
La seconda prova insegna a Psiche la PRUDENZA: anche conquistare il vello delle pecore è azione da fare al momento opportuno, perché l'oro di cui è fatto, elemento solare, è difeso da guardiani terribili e non può essere preso impunemente dai mortali; Psiche potrà prenderne quel poco che gli animali stessi lasciano cadere dalla pelliccia, e lo farà al momento opportuno. Sarà una canna di stagno a spiegare il valore dell’accettazione, del sapersi piegare come lei sa fare, del sapersi adattare come il suo elemento, l'ACQUA , ai recipienti che si presentano.
Riempire il calice con l'acqua che viene dall'alto, cascata custodita da draghi feroci, può essere possibile solo all’Aquila di Zeus, signora dell' ARIA. Ciò che viene dall'alto è solo usando la parte ‘alta’ di noi stessi (la SAGGEZZA/SAPIENZA) che può essere conquistato, altrimenti si rischiano gravi pericoli.
Nell'ultima prova l’aiuto viene da una Torre dalla quale Psiche vorrebbe buttarsi, pensando che sia cosa impossibile addentrarsi nel mondo degli inferi. Non si è resa conto che quella Torre è proprio lei, è quel FUOCO interiore con cui ha nutrito la sua colonna vertebrale, fuoco che ora le dà la FORZA (FORTEZZA) di comprendere come dare nutrimento a quelle parti di sé che le impediscono l'ultimo viaggio, quello che deve fare nel suo inconscio. Il ‘guardiano della soglia’ è un Cerbero che sta solo svolgendo la sua funzione: senza paura gli si concede un dolce. Il traghettatore, cioè la nostra capacità di andare oltre, ha bisogno di una moneta. Pagare con qualcosa di nostro, piuttosto poco se si pensa all’incommensurabile dono di conoscere se stessi. Psiche incontrando Persefone sta incontrando se stessa! Ognuno di noi che riesca ad andare in tale profondità non incontrerà altri che SÉ, la propria parte divina. La Dea che abita nelle profondità è la stessa che vive nelle altezze.
Psiche deve aprire quell’ampolla, non si tratta di disobbedienza ma di accettazione della morte di alcune parti di sé, un morire già intrapreso scendendo nel tartaro ed ora completato cadendo in un sonno profondo che la porterà al RISVEGLIO; un sogno che possiamo definire MORTE INIZIATICA.
Aprire l’ampolla è in suo potere: anima è divenuta Anima. Nell’ampolla è ormai contenuto il quinto elemento, l'ETERE, la QUINTESSENZA frutto del lavoro su di sé cui aspiriamo, la GRANDE OPERA degli alchimisti. Anima ha conquistato il diritto di scegliere e lo fa consegnandosi ad una ‘seconda morte'.
Amore è lì, la sveglia e la porta in volo. Il Due torna all’Unità.
MEDITAZIONE CON I COLORI
Con la luce abbassata , dopo aver seguito un rilassamento guidato, traccio con il pastello a cera bianco delle forme di intero che galleggino sul foglio mentre altre si stanno dividendo e altre ancora sono ormai delle metà che vanno alla ricerca della metà corrispondente. Riaccendo la luce, dimenticando i segni che ho tracciato, e riempio il foglio con verde smeraldo e turchese, che evochino Venere e con l’indaco, che evocherà Saturno. Le forme riappariranno e le pennellate faranno da sfondo, forse sperando in una riunificazione dell'unità perduta...